Della coreografia non li interessa l’IO “Soggetto” che balla, ma l’idea che il corpo sia uno strumento, attraversato e coinvolto da altri elementi, spazio, tempo, oggetti, storie, storia, memorie, geografie e affetti. Invece credono alla filosofia del circo: il rigore, il rischio, la semplicità e la complicità che riportano ad una la freschezza che proporziona una creazione artistica fruibile.
I primi passi del processo di ricerca sono nati nell’ambito del Workspace – Ricerca X, un progetto curato da Carlotta Scioldo ed Erika di Crescenzo presso la Lavanderia a Vapore a Collegno.
Gli artisti hanno iniziato da una domanda: che cosa è un’idea coreografica? E sono arrivati alla domanda che stanno portando avanti: Come un discorso spaziale e ritmico fra due corpi, un pallone e i limiti dello spazio può diventare una manifestazione antropologica?
Progetto di collaborazione tra Teresa Noronha Feio e Francesco Sgrò
Creazione e interpretazione: Teresa Noronha Feio e Francesco Sgrò
Drammaturgia: Carlota Scioldo
Musiche originali: ANDRA Alessandra Bossa
Consulenza musicale: Pino Basile
Disegno luci: Edwin Van Steenbergen
Costumi: Capelista Design Studio Lisbon
Tecnica: Luca Carbone
Produzione: Fabbrica C
Coproduzione: Associazione Sosta Palmizi, Centro Culturale Cartaxo.
Sostegno: Flic Scuola di Circo di Torino, cccTo Ex Birrificio Metzger,
Associazione Culturale StandOrt.
Immagini di Andrea Macchia
Il
Tre sono le domande che specificano i focus di come vorremo continuare questa ricerca in un processo creativo:
La Pratica:come la condivisione di una pratica fisica produce comunicazione e pensieri. Che tipi di comunicazione e di pensieri?
La Composizione: trovare strutture compositive che lascino aperta la modalità e il corpo con cui ogni persona le pratica.
La Tematica:come il rapporto spaziale fra i corpi, un pallone e i limiti dello spazio può diventare una manifestazione macroscopica sociale?
Giocare come primo atto creativo. La sperimentazione come materia prima.
La cultura popolare
Giocare a pallone è un atto che fa parte di ogni cultura popolare. Qualsiasi persona, grande o piccola lo riconosce e ha un legame. Partiamo da questa base per creare una serie di nuove strutture e regole che ci permettono come performer di giocare.
Questo progetto coreografico vuole sviluppare diverse strategie, le quali hanno un pallone come oggetto centrale.
Questo pallone è un performer lui stesso. Condiziona le azioni degli altri soggetti. È l’elemento catalizzatore di tutte l’azioni del corpo.
Creando Giochi coreografici:
Il Pallone è un oggetto ludico
Il Pallone è un generatore di movimento
Il Pallone è un mezzo di comunicazione
Il Pallone è un metronomo
Il Pallone è un rivelatore dello spazio fisico.
Il Pallone è un oggetto che rivela lo spazio invisibile.
Giocare al pallone fa dimenticare il tempo cronologico.
Giocare al pallone è un metodo per comunicare senza parole.
Giocare al pallone non è cosi facile.
Giocare al pallone ci fa diventare bambini.
Giocare al pallone è uno studio sociale.
Giocare al pallone è molto di più che calciare una palla.
Il metodo per abbordare questa ricerca è diventato quello di cercare tanti punti di vista e differenti associazioni:
- Associazione tradizionale pallone = gioco
- Pallone = mezzo di comunicazione
- Pallone = suono = movimento
- Pallone = società
- Suono del pallone = immaginazione affettiva
- Rumore Vs. poesia
Il
ll tipo di corpo dei performer messo a disposizione per questa ricerca può essere definito: da un lato come un archivio di memorie, affetti, geografie, culture e fantasie che sono evidenziati con la danza attraverso la pratica di giochi con il pallone, da un altro lato si vede il corpo del performer atletico, allenato e surreale che deriva dal mondo circense.
Sta nella composizione di elementi precisi come le varianti del lancio di un pallone, il rumore forte e crudo, l’embodyment della palla nei corpi dei performer, la perdita di controllo come una palla che gira, l’immaginazione dei performer che proporziona un viaggio intenso, emotivo e visuale.