C_onfronti
Questionario sul sentire della comunità di circo contemporaneo italianaPubblichiamo qui tutte le risposte autorizzate per dare la possibilità a chiunque sia interessato e ne abbia voglia di avere un’idea imparziale e personale sul C_uestionario. Buona lettura.
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Penso che una delle criticità maggiori sia la precarietà , in questo momento , sia per la ripresa del nostro lavoro ( dove , quando , come ) sia a livello economico.
Eccessiva frammentazione della "categoria". Troppe sigle, troppo piccole, troppo disunite. Un esempio di questi giorni: la FNAS ha lanciato il tavolo sullo spazio pubblico, il quale a sua volta è diviso in una decina di tavoli, tra cui uno di questi è sugli "artisti di strada"... ma non c'è già la FNAS per gli artisti di strada, compresi quelli che si muovono in uno spazio pubblico? Insomma, un'iniziativa lodevole sembra diventare un cane che si morde la coda, crea molta confusione. (La stessa cosa, in dimensioni maggiori, accade nel teatro. In questi due mesi sono nate decine e decine di sigle, movimenti, associazioni. Ma quello che davvero interessa sono queste numerosissime sigle o la capacità di stilare un'unica, forte, proposta? Vedi l'esempio spagnolo, dove i lavoratori dello spettacolo, tutti insieme, hanno firmato un documento con 52 punti, in tempi brevissimi). -Naturalmente la frammentazione è anche territoriale. Andrebbe in qualche modo fatto uno sforzo per avvicinare il centro-sud al nord. Intendo sia nella distribuzione/produzione di spettacoli, sia nella formazione. Certo, nel nord c'è uno sbilanciamento verso Torino, ma Lombardia e Veneto (Verona) fanno la loro parte per dare equilibrio. -Qualità altalenante della proposta artistica e organizzativa. Come spettatore "pretendo" di vedere spettacoli di alto livello (che sia tecnico o per la ricerca creativa ecc.), in contesti accoglienti. Sono stanco di assistere a festival o stagioni teatrali dove quasi sempre lo spettacolo più interessante, banalmente "più bello", arriva dall'estero e dove magari si ha una visibilità ridotta perché sono stati venduti troppo biglietti o perché gli spazi non sono adeguati. Vorrei uno slancio di tutta la categoria (artisti, progettisti, organizzatori, direttori artistici, formatori) verso una ricerca della qualità più minuziosa, più esigente. E vorrei che gli artisti/compagnie oggi più rappresentativi non si facciano prendere dalla fretta di produrre... perché il rischio è quello di fare un passo indietro. Occorre rigore nella creazione, nella ricerca, nelle prove. Rigore e tempo. -Infine il circo contemporaneo è pressoché sconosciuto alla maggior parte del pubblico, e non solo. C'è molto da fare, a partire dalle scuole (primarie e secondarie) e dai progetti di audience development ed engagement. Ma probabilmente occorre un programma di "educazione" per gli stessi operatori, su più livelli: moltissimi direttori di teatri non hanno idea di cosa sia il circo contemporaneo, d'altra parte per esempio moltissimi artisti non conoscono la storia del circo. (E condivido un dubbio: ma ha ancora senso parlare di circo tradizionale/classico e circo contemporaneo? Non sarebbe più intressante, sia per gli operatori che per il pubblico, parlare di circo e basta? Se proprio devo pensare a una distinzione che può davvero interessare, tutti, credo che sia semplicemente tra il circo "bello"/fatto bene e il circo "brutto"/fatto male).
La tendenza a voler invadere i teatri perdendo la natura sociale & popolare del circo, della strada, della tenda; perdendo una buona parte di libertà a discapito di una dipendenza da bandi, contratti, collaborazioni istituzionali ... il circo contemporaneo italiano rischia di prendersi troppo sul serio, concetto difficile da spiegare, ci provo: ha la sindrome di volersi affermare, diventare importante, essere considerato una forma d'Arte con la A maiuscola, riconosciuto dalle istituzioni, al pari del Teatro o della Danza ...nobilitarsi! Staccarsi dal Circo Tradizionale perchè si sente diverso (e lo è), ma anche e soprattutto perchè è "di ricerca", perchè si sente "artisticamente superiore" (ma non sempre lo è... alle volte più semplicemente, è di origine medio borghese, con ambizioni "artistiche pompate"). Questa tendenza fa parte di un percorso condivisibile e naturale, forse necessario, sulla scia francese o, più in generale, sulla scia del Circo Contemporaneo in Europa, nel mondo. Nonostante questo, credo sia un percorso pericoloso, che potrebbe addomesticare la parte più animale e geniale del circo stesso. il circo contemporaneo italiano rischia di perdere quell'aspetto "onirico-ironico-povero" che l'ha reso fin'ora "non-descrivibile" / "non-arte" / "semi-teatro" e quindi prezioso, forte, popolare e "di ricerca" allo stesso tempo. Fuori da caselle, definizioni, istituzioni: Libero! ...libero di giocare con il concetto stesso di Arte, mangiarselo e masticarselo come fosse tabacco, poterlo sputare... libero dal giudizio "alto" e avvitato al giudizio del pubblico. il circo contemporaneo italiano ha potuto convivere con il circo tradizionale e quasi fingersi "circo antico", senza precludersi il teatro, la performance in piazza, la forma del cabaret, le sperimentazioni di acrobatica musicale, il puro e ridente intrattenimento sottotenda, la satira impegnata, la magia dell'illusionismo, il piacere di concerti e feste sotto tenda. il circo contemporaneo italiano è stato LIBERO dalla pesantezza istituzionale che rischia di portare uniformità stilistica (vedi la francia), costi alti (programmazione costosa), lotta per l'accaparramento di bandi, "creazioni di spettacoli" che durano mesi (o anni) e vivono tourneè di pochi giorni o settimane (6 date), necessità di avere una platea benestante e colta ... (no famiglie, no periferie)... con il fine di collezionare "medaglie della critica" e "complimenti tra artisti" ... a discapito di un forte dialogo sociale (a mio parere centrale per chi fa circo, e può portare la tenda dove il teatro non arriva). il circo contemporaneo italiano rischia di perdere quel retrogusto "naif" capace di stupire davvero ...capace d'influenzare il sistema dell'Arte da fuori, come fosse un osservato speciale e inafferrabile, spesso neanche preso in considerazione ma capace, a volte, di superare ogni altra forma d'arte, perché carico d'umanità... sudato, Fuori dal tempo e dal suo giudizio.
Il circo contemporaneo in Italia è spesso, per sua scelta o no, ai margini, fuori dai circuiti istituzionali, fuori dalle rassegne teatrali, fuori dalle preoccupazioni e dell'interesse del governo. Il circo si cerca altri spazi, e per fortuna li trova o li crea, così come riesce a trovarsi e a crearsi un pubblico nonostante ci sia pochissima educazione al circo rispetto, per esempio, al teatro e alla danza. Sono nata e cresciuta a Milano dove esiste la Piccola Scuola di Circo da prima che io nascessi, eppure sono dovuti passare 18 anni e ho dovuto trasferirmi a Barcellona per scoprire il circo contemporaneo e iniziare a immaginare di potermici dedicare, di farne una professione. Appartengo alla seconda generazione di circensi italiana e devo ammettere che mi capita di guardare al modello francese come riferimento. penso che una delle maggiori criticità in Italia sia il fatto che, se da una parte c'è chi vorrebbe una maggior considerazione e riconoscimento del circo come arte e come professione e quindi nuove regole (e io sono fra questi), dall'altra mi sembra ci sia paura di perdere e dimenticarsi alcune delle cose che rendono il circo circo (e non vorrei ignorare del tutto questa paura). forse sarebbe importante capire bene quali sono queste cose per poterle invece ancor più valorizzare e integrare a quelle che erano già state prese in considerazione nello Statuto Sociale degli artisti dal Parlamento europeo (2007) che però l'Italia non sembrerebbe aver recepito. Ci sono poi delle criticità che vengono messe in evidenza in questo momento particolare ma che forse dovrebbero essere considerate anche a più lungo termine, come la mobilità, che a mio parere dovrebbe andare nella direzione della sostenibilità. Questi due mesi ferma nello stesso posto si sono rivelati salutari e necessari per me, e non ho ancora nostalgia dei ritmi frenetici che avevo prima. Per quanto bellissimo e stimolante possa essere viaggiare e fare spettacolo in paesi e realtà diverse, non penso siano sostenibili né per me né per il pianeta i ritmi e le modalità con cui lo stavo facendo. Allo stesso tempo mi chiedo se l'idea alla base del progetto che ho iniziato un anno e mezzo fa (una compagnia senza una base fissa, composta da 7 artiste più varie collaborazioni sparse tra Italia Francia e Spagna) può ancora avere senso in un futuro vicino e lontano?!
Premetto che stando fuori ho una percezione probabilmente non corretta della situazione. Secondo me l'assenza di investimenti grandi e costanti é la grande criticità del circo in Italia, nel senso che é ancora un sistema fortemente legato al cappello estivo, si sopravvive. Da compagnia "francese" abbiamo sempre dovuto fare un prezzo speciale per i festival italiani perché più poveri e ciò spinge le compagnie ad andare altrove, Germania, Francia, Svizzera, Inghilterra, Usa, Canada. Perdiamo proposte per mancanza di cachet al livello europeo e mondiale. Il circo contemporaneo non ha ancora lo statuto che é dato alla danza contemporanea e al teatro contemporaneo, perlomeno nelle Marche. Sempre a livello provinciale il "circo" é stato inglobato nella galassia di scuole che fanno i saggi a fine anno e riempiono le sagre di tessutiste/i hobbiste/i a 50 euro, il che sottolinea la mancanza di una demarcazione tra professioniste/i e hobbisti/e, ho sentito qualcuno parlare di albo delle compagnie e degli artisti. Sicuro in Italia manca una definizione chiara della figura professionale dell'artista di circo. Credo che un'altra criticità del circo contemporaneo in Italia (e anche in Europa) sia la mancanza di mercati per forme "diverse" nel senso che c'é ancora poco spazio per proposte che differiscono da durate di 40 - 60 minuti o da compagnie molto grandi, il che produce mancanza di diversità, credo che una parte dei "creatori" e delle "creatrici" non sappiano neanche perché facciano spettacoli da 40 minuti in strada e da 60 minuti per la sala. Se parliamo di ITALIA bisogna specificare che parliamo spesso di nord Italia, centro segue e sud rimane indietro nonostante ci siano festival e centri importanti che rimangono però oasi nel deserto. Credo che il circo in Italia sia ancora molto dipendente da Torino e dalla Flic, il che nuoce alla diversità. Una criticità importante é la mancanza di luoghi che diventino punti di riferimento costanti per un intero sistema circo, spazi direttamente legati alle istituzioni ma vicine agli artisti del circo e slegati dalle scuole di circo ; un esempio é la Central del Circ a Barcellona.
Trovo molto difficile un inquadramento professionale all'interno di un unico "contenitore" per gli artisti della categoria "circo". Perchè "circo" è tante cose. Ovviamente non è facile da gestire come argomento in poche righe, ma purtroppo questa emergenza covid ha messo ancora più in luce che non esiste una categoria riconosciuta davvero come "circo" e come "circensi". Magari c'è un cartellino simbolico a cui però... cosa corrisponde? Ci mettiamo in regola (tra l'altro non tutti) in modi differenti. Chi ha partita iva, chi segue le cooperative/associazioni di spettacolo, chi è collaboratore sportivo, chi con le prestazioni occasionali. Spesso usiamo tutte queste cose insieme a seconda di cosa fa comodo. Non può essere così, perchè se non c'è un inquadramento professionale comune non può esserci una difesa in blocco della categoria in caso di emergenza o, banalmente, nei diritti che il "lavoratore" ha normalmente (penso alla malattia, alla maternità, la pensione, alle ferie, ecc.). Un pochino è colpa dello Stato, ma tanta anche nostra. Sicuramente c'è un divario troppo grosso (perchè non voglio dire "mancanza di rispetto") fra le varie categorie circensi: artisti di strada, artisti di circo in teatro, artisti di circo sotto tendone, gli improvvisati... tra chi ha fatto scuole e chi no (potremmo continuare a fare gli incroci all'infinito). È una categoria continuamente che si critica dall'interno non sempre per crescere, vicendevole chiaramente (tutti contro tutti). Spesso è troppo evidente che se non c'è unità e rispetto fra noi non potremo mai riconoscerci in una categoria che lotta per acquisire dei diritti stabili. Ci vuole molto dialogo, molta comprensione. Al momento manca.
Io credo che il problema principale dell'Italia oggi sia il pregiudizio che c'è sul circo, l'idea che sia una cosa poco seria, per bambini, da far ridere. Credo che questo pregiudizio sia alla base e allo stesso tempo sia frutto della scarsa cultura che c'è sul circo contemporaneo e dei pochi fondi che ci vengono attribuiti. è ovviamente un cane che si morde la coda. Penso che senza questo pregiudizio, se riuscissimo a far capire, attraverso tutti i mezzi che abbiamo sia in scena che fuori dalla scena, la serietà, l'impegno e la costanza che servono per far si che diventi la nostra vita, se riuscissimo a far capire che si tratta di una vera e propria forma d'arte, con le sue varie declinazioni come tutte le forme d'arte, tra cui ovviamente anche quella divertente leggera che fa ridere, ma che non si limita solo a quello. Credo che si dovrebbe partire da questo, cioè da quello che noi possiamo fare come artisti\futuri artisti e tutti coloro che fanno del circo ciò che è. Magari il problema principale è la mancanza di cultura, magari i pochi fondi, ma noi quello che possiamo fare è combattere questo pregiudizio che ci portiamo dietro, che porterà la cultura a modificarsi e di conseguenza un riconoscimento anche statale, ma che purtroppo io vedo come l'ultimo tassello. Quello che possiamo fare è spiazzare il pubblico, non fare quello che vuole lui, credere in qualcosa e farlo vedere e vivere a chi ci circonda. Sembra un po' aria fritta anche a me, ma la laureata in psicologia che è in me crede tanto nel potere terapeutico del circo, del modo di vivere a cui ci ispiriamo e della potenza concettuale e di cambiamento che abbiamo a disposizione.
La mancanza di risorse, spazi, valorizzazione del lavoro artistico-culturale da parte di istituzioni, enti privati, potenziali stake holder. La mancanza di riferimenti interni chiari, o meglio la molteplicità di questi riferimenti (sia in campo sportivo che in campo artistico), che rendono difficile orientarsi a livello burocratico, lavorare in modo sicuro, assicurare alliev*, assicurarsi come artisti, avere la certezza di essere "a norma", sia insegnando che organizzando eventi che facendo spettacoli. La resistenza da parte degli stessi operatori e operatrici del settore a percepirsi come professionisti, con tutte le implicazioni che a livello burocratico, amministrativo, organizzativo questo comporta. La poca voglia di confrontarsi, parlarsi, iniziare o continuare processi di dialogo e eventuali percorsi che portino a una più solida struttura del circo contemporaneo. Non riusciamo a vedere le necessità condivise, o forse a dar loro un peso sufficientemente importante da spingerci a iniziare/proseguire il lungo, forse noioso (o magari no?) lavoro della mediazione tra diversi settori, interessi, persone...e organizzazione. Nel lungo periodo, però, questo forse gioca a nostro sfavore, impedendoci di costruire il mondo del circo come lo vogliamo (noi che lo conosciamo e pratichiamo) e obbligandoci a sottostare a regole scritte da altri (enti di promozione sportiva, professionisti di altre discipline...)?
Quando penso alle criticità del circo contemporaneo penso ad un pubblico come mio padre. Mio padre: classe '68, lavoratore da quando aveva 13 anni, legge e scrive molto male, trivellatore, attento osservatore, dotato di una praticità nei lavori manuali geniale. Lui si sente molto distante da tutte le arti sceniche e dall' arte in generale. Penso che di persone come mio padre in Italia ce ne siano molte e penso che il circo contemporaneo abbia dei caratteri distinti dalle altre arti che potrebbe affascinare le persone come lui, ad esempio: -la presenza di un grande sforzo fisico (singolo o di un gruppo/squadra). -la presenza di oggetti NUOVI o usati in maniera non convenzionale di qualsiasi tipo di dimensione e MATERIALE. -il naturale focus posto nell'uso e nello spostamento delle FORZE (di gravità, all'interno degli oggetti, all'interno e fra corpi,.. ). -la risoluzione di problemi fisici di ogni genere. -i concetti di fragilità e limite. -il lavoro in altezza. Tutto questo per dire che il circo contemporaneo si potrebbe meritare anche un pubblico "inaspettato" ma il problema è che non é conosciuto. Penso che, come i cellulari hanno bisogno di una rete telefonica per funzionare, anche gli spettacoli di circo contemporaneo per esistere e per essere visibili hanno bisogno che nel territorio vi sia una rete di persone, compagnie e scuole che renda possibile il verificarsi di eventi utili.
Credo che in Italia ci sia in generale poca coscienza di cosa è il circo contemporaneo Credo che in Italia ci sia poca cultura di Circo Contemporaneo (CC), coscienza dell'esistenza del CC, delle sue peculiarità e differenze rispetto al circo tradizionale, che al contrario ha una storia importante a livello nazionale. Una delle criticità è il riconoscimento a livello istituzionale, nonostante il lavoro che negli ultimi anni si stanno facendo varie associazioni e associazioni di associazioni. Una delle criticità è la tutela degli artisti, che deriva dal non riconoscimento della professione a livello istituzionale. Altre criticità sono le soluzioni ridotte di sostegno alla produttività, la quasi assenza di sostegno alla diffusione, le lacune rispetto alla promozione del settore, e la derivante limitata accessibilità, che di riflesso si rivede nella visibilità in certa parte. Tali limiti, rispetto il puto di vista dell'artista, da un lato non favoriscono un ambiente accogliente dal punto di vista della creazione, per contro l'assenza di strumenti a volte si rivela trampolino creativo.
Bisogno di una propria identità italiana, di una propria estetica e fenomenologia in cui vengano evidenziate le linee guida. Bisogno di spazio nelle stagioni ministeriali dello spettacolo dal vivo accanto al teatro, alla danza e alla musica in luoghi/spazi consoni. Bisogno di spazi concreti per l’ideazione e la creazione stessa, residenze sia pubbliche che private, factory, palestre. Bisogno di scuole/accademie altamente specializzate in tutta Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, per creare artisti professionisti. Bisogno di far entrare il circo contemporaneo (così come il teatro, la danza e la musica) nelle scuole e negli Istituti superiori anche con progetti/seminari pomeridiani. Bisogno di riconoscibilità/studio/pratica nelle Università e negli Istituti dove lo spettacolo dal vivo viene studiato e/o praticato. Bisogno di valorizzazione e visibilità anche da parte dei mass media. Bisogno di supporto (morale) economico da parte degli organizzatori, programmatori e del Ministero. Bisogno di creare una rete collaborativa e duratura fra tutti gli artisti.
Abitando in Francia non sono direttamente partecipe all'evoluzione del circo contemporaneo italiano ma posso dire che , da quando sono partito, mi sembra ci sia stato uno sviluppo positivo.Si vedono sempre più chapiteaux, spazi di residenza e fondi ministeriali. Quello che manca in Italia oggi sono ancora dei ruoli importanti e prioritari che facciano da tramite tra la compagnia e gli organizzatori o programmatori di eventi. Manca il ruolo di produttore e di diffusore. Manca un vero interlocutore che faccia da tramite tra i gradini più alti della politica culturale e quelli più bassi. Non si può evolvere velocemente e facilmente se è ancora l'artista che si occupa della produzione dello spettacolo e della sua vendita. Poi adesso, con il crollo culturale subito a causa dell'epidemia del Covid 19, gli artisti si ritrovano con un futuro incerto e misterioso . Sembra che ci abbiano messi tutti in equilibrio su un gran punto di domanda che galleggia grazie alla nostra resistenza a credere che lo spettacolo dal vivo ne uscirà "vivo".
Assenza di figure specifiche nel mondo dell’organizzazione, produzione e diffusione. Un sistema di finanziamenti tarato sulla quantità che non stimola la ricerca e la creazione di qualità, che può passare solo attraverso una fase di studio lunga e priva di altre occupazioni se non la creazione stessa. pochi spettacoli di circo contemporaneo per interessare e incentivare gli operatori del circuito teatrale al settore. pochi teatri interessati al circo per interessare ed incentivare le compagnie circensi al format teatrale. Attualmente il sistema di rappresentatività presso il ministero è in mano ad una struttura (ACCI) che trovo non essere in grado di leggere il fenomeno nella sua totalità e in maniera imparziale. In Italia se non portavi il pallone non giocavi, noi abbiamo dovuto portare anche tutta la squadra di calcio, i tifosi e sopratutto lo stadio, che ogni volta va montato e smontato. Personalmente ho passato gli ultimi 10 anni a fare il responsabile di un progetto culturale, invece io volevo fare il circense.
Punto di vista artistico: Per gusto personale, trovo che a causa dei vincoli o iter dei bandi, non sempre vengono messi in luce gli artisti e spettacoli "meritevoli" ma quelli più idonei per ottenere bandi e creare situazioni. Culturale: In Italia, le parole "circo contemporaneo" son ancora un'idea, un'opinione. Non è sviluppata la sensibilità alla cultura di questo ambito e della differenza tra il circo contemporaneo e il resto. Si parla più di cosa non è il circo contemporaneo che di cosa è il circo contemporaneo. Insegnamento: Non sono più al passo con ciò che accade nelle scuole professionali ma nelle piccole scuole e nelle realtà emergenti come funghi e nelle quali chi parte ha l'idea di essere un insegnante di circo contemporaneo e ci si vende come tale, sento che la criticità è trovare il modo per proteggere la categoria, definirla e creare un iter per poter essere insegnante o scuola di circo contemporaneo. Per creare ordine e avere ben chiaro cosa c'è e cosa non c'è in queste parole.
Non vivo in Italia da un po' e quindi probabilmente la mia visione sia un po' antiquata, ma c'è ancora, secondo me, una grande difficoltà di accettazione della professione e della professionalità del circo contemporaneo, confuso molte volte con le arti di strada o il circo classico (non in senso comparativo, ma semplicemente come settori con specificità e problematiche diverse)... Questo è dovuto anche (e soprattutto) dal fatto che non c'è ancora una presenza paritaria di spettacoli di circo contemporaneo nelle programmazioni dei circuiti teatrali, festival, etc. Continuiamo, purtroppo, ad essere un "prodotto di nicchia", e operiamo in un settore assolutamente precario e precarizzato ancor di più dalla situazione attuale. Senza un supporto istituzionale chiaro, e parallelamente un lavoro "pedagogico" di visibilità sarà difficile avanzare speditamente, ma ammiro e ho fiducia in tutte le persone che sono in Italia e che lottano giorno per giorno per questo. Grazie da un emigrato 😉
Compilare questo questionario da un altro paese, quale la Francia, come immagino molti altri, penso sia un’evidenza che si commenti da sola. In Italia non mi sembra esistano le condizioni strutturali, sociali, educative ed economiche che permetterebbero un vero sviluppo del circo contemporaneo. Per la maggior parte il circo viene importato nei festival il che è perfetto; tuttavia per un artista : formarsi, maturare, crescere, maturare, sbagliare, maturare, affrontare una prima creazione, maturare, affrontare una seconda creazione, maturare, fondare un’associazione/compagnia e rimanere in Italia è una possibilità assolutamente elitaria o fortuita, a livello numerico estremamente ridotta che non vedo come si potrebbe parlare di sviluppo contemporaneo. Manca il tempo che serve alla maturazione. Il tempo necessario tra la nascita di un’idea e la realizzazione del prodotto (anche se non mi piace come termine, mi fa pensare troppo al mercato).
In generale trovo che nell' ambito circense c'è poca conessione e solidarietà. In tanti festival c'è poca considerazione degli artisti e poca professionalità. Attenzione, non tutti i festival sono cosi, ma mi sono ritrovata spesso senza il materiale richiesto nella scheda tecnica a volte provocando il fatto che mi sono spostata senza potere fare il mio spettacolo. L' altro problema è che tanti festival con la scusa del cappello o della "visibilità" si permettono di proporti di pagare molto poco. Poi spesso quando aumentano i sovvenzionamenti, ho notato che invece di mentenere la quantità di spettacoli di prima e quindi pagare meglio gli artisti, si aumenta la quantità di spettacoli pagando sempre male. In generale c'è un grande problema di organizzazione e di comunicazione. Poi tante volte devi aspettare di ricevere per mesi i soldi del lavoro. Mi sono, a volte, dovuta confrontare con la "censura" di una musica o di scene del mio spettacolo.
Non essere adeguatamente tutelati come categoria, non avere la possibilità di lavorare nella situazione attuale d emergenza (al momento non esiste neanche un piano per la riapertura), non avere nessuna prospettiva e sicurezza nonché risposta da parte del governo per le prossime mosse future, non avere un adeguato sostegno economico dallo stato, doversi continuamente confrontare con una burocrazia macchinosa e che comunque non garantisce i diritti essenziali dei lavoratori dello spettacolo In generale:non avere un pubblico culturalmente pronto e preparato per accogliere uno spettacolo di strada o in sala, non essere considerato un professionista o un lavoratore ma un "appassionato" dalla maggioranza delle persone, non avere un numero adeguato di strutture nella mia regione e in Italia che accolgano gli artisti né per gli allenamenti né per la creazione né per la realizzazione degli spettacoli, non essere considerato un lavoratore dallo stato.
Ho l'impressione che si possa lavorare e circuitare solo tramite conoscenza diretta e amicizia, c'è poca apertura verso gli "sconosciuti", mi sembra che sia più importante il nome, come ci si presenta, quanto si è presenti nel dibattitto e quanto si è capaci a vendersi piuttosto che la reale qualità artistica del lavoro. Percepisco una grande lacuna nello stanziamento di fondi specifici per la creazione, la maggior parte dei fondi (ministeriali o altro) hanno un obbiettivo troppo generico, vasto e legato ai numeri, di conseguenza si crea una situazione in cui si hanno pochi soldi per creare a fronte di una domanda di circuitazione enorme. Pochi soldi per la produzione equivalgono in molti casi ad una risultato meno forte artisticamente, meno indotto per le mestieranze e una prassi del fai da te che, nonostante sia un valore enorme per la sopravvivenza, diminuisce il valore degli spettacoli.
Studiando ormai da tre anni in Francia non trovo il mio sguardo sul circo contemporaneo italiano attendibile: purtroppo non lo vivo attivamente, lo seguo da lontano sperando di riavvicinarmi finiti gli studi. Evidenzierò dunque delle criticità distorte dalla lente della distanza e della mia ignoranza. - Disuguaglianza tra nord e sud del paese (una disuguaglianza ancora tangibile in troppi campi e settori). - Mancanza di diffusione strutturata e regolamentata con il sostegno di enti e strutture. - Mancanza di sostegno nella creazione (residenze, bandi, sovvenzioni..) - Mancanza di sensibilizzazione del pubblico a tutte le realtà del circo contemporaneo, da quella della formazione a quella della diffusione, passando per quella sociale, educativa, ecc.. - Mancanza di spazi fisici/luoghi adeguati ad ospitare creazioni di circo. - Mancanza di una rete comune, accessibile, visibile.
In generale credo che poca gente vada a teatro e uno dei problemi più grandi (per non finire in un circolo vizioso di contraddizioni come il mondo dell'editoria) è di capire se il nostro lavoro serve a qualcosa, se c'è interesse e/o come educare gli spettatori; è difficile incontrare organizzazioni disposte a investire su compagnie sconosciute all'interno della loro programmazione serale; rischiamo di ritrovarci a far tutti spettacolo per bambini; mancanza di una tutela per il lavoro intermittente in italia. Inoltre credo che la progressiva scolarizzazione del circo e la sua istituzionalizzazione inizi a creare conseguenze sulla qualità e i contenuti degli spettacoli; è normale, va bene ma bisogna tenerlo presente per non perdere quella freschezza e passione che spesso ci ha contraddistinto.
Manca riconoscimento del circo da parte delle istituzioni pubbliche, il riconoscimento popolare come opera d'arte autosufficiente ed il sostenimento della creazione artistica. Pablo: Mancanza dell'istituzione per la creazione artistica. Il circo ha un pubblico di nicchia: Non esiste una voglia generale del pubblico di consumare la cultura e questo fenomeno è amplificato nell'ambito circense poiché la gente che lo guarda è la stessa che condivide il capitale culturale degli artisti, quindi dei circensi. (lo stato potrebbe dare tanti soldi, ma se la gente non viene a vedere lo spettacolo....)
Manca un ente politico che rappresenta gli artisti e compagnie che vivono e producono il circo nel paese. Mancano programmi culturali di educazione e diffusione per il pubblico.
Le principali istituzioni che si occupano di cultura e anche la maggior parte degli italiani, come popolo, tendono a non riconoscere il circo contemporaneo come arte scenica a tutti gli effetti (tanti non sanno neanche della sua esistenza). Questo credo sia uno degli aspetti principali che porta con se tutta una serie di mancanze e difficoltà per il mondo del circo contemporaneo e per gli artisti che ne fanno parte. Essendo una forma di spettacolo giovane, probabilmente non ha ancora avuto la possibilità, il tempo e i mezzi per poter essere conosciuta e riconosciuta sufficientemente dallo Stato e ottenere così il supporto di cui ha bisogno (specialmente in un momento critico come quello attuale).
La mancanza di una struttura della categoria "circo contemporaneo" che preveda: -incentivi sull'apertura di luoghi preposti ad esercitare la professione in tutti i suoi aspetti (creativo e rappresentativo), -programmi di finanziamento sostanziali, -orientamento per chi esce dalle scuole (come tirocini universitari) -sindacati -un sistema di "intermittenza" più accessibile (soglie meno alte delle giornate contributive). Questo primo problema è solo lo specchio del secondo (e non per importanza) grande problema, ovvero che "l'artista di circo contemporaneo" non è culturalmente concepito come un mestiere, quindi non ci sono riconoscimenti alla categoria.
Essendo un'arte "nuova" rispetto a danza o teatro, é acora percepito come un " eterno adolescente" delle arti performative, per questo penso che bisognerebbe essere piú fruibile e soprattutto RICONOSCIUTO dalle istituzioni. Riconosciuto sia al momento dello spettacolo che antecedemente, tutto quello che riguarda la preparazione di un* artista di circo, la scuola. Viene percepita un'arte quasi d' elite esclusivamente perché non viene innalzata ed esposta come le altre arti. Non esiste un pubblico adatto o inadatto al circo, ma un pubblico educato a vedere ed apprezzare...come tutto ció che é "nuovo", precisa di tempo e attenzione per essere compreso.
Principalmente l'educazione del pubblico che porterebbe già a una 'riconoscenza' nel mondo della Cultura e quindi a livello Statale. Criticità è anche poca omogeneità tra soprattutto Enti e organizzazioni di festival, eventi, ecc.. Il tutto si riduce al concetto per il quale 'la fetta di torta è troppo piccola per tutti'.. i soldi destinati son pochi e non tutti hanno ciò che 'vogliono' economicamente parlando. Oltretutto, come accade nel mondo della Cultura tutta, le leggi sono fatte molte volte da persone che non ne capiscono nulla di circo (contemporaneo in più, ahahahaha) ergo, manca Educazione del pubblico
Secondo me il circo contemporaneo ha svariate criticità, la prima manca la fascia media nella qualità di spettacoli (gli spettacoli sono belli e creano mercato o brutti e muoiono dopo poche repliche) la seconda criticità è lo sguardo al passato, non credo che in italia ci sia solo il circo tradizionale come storia del circo ma anche altre realtà (i film di fellini, spettaoli di teatro che si avvicinano al circo e alla commedia). un altra criticità importante è la mancanza di una filiera completa e l'attacco agli stereotipi dei programmatori che intendono circo i grandi tendoni di circo tradizionale.
Una disinformazione e una ignoranza (non volontaria) estremamente diffusa fra: Artisti stessi, Fruitori attivi, Fruitori passivi. A mio parere le radici di questa problematica sono da ricondurre allo stato, nella misura in cui sovvenzioni e riconoscimento (e conseguente settorializzazione) sono molto scarne (o quasi assenti). Questo porta di conseguenza a una esposizione più bassa di "Circo Cont." alle categorie dei Fruitori, ma anche a una concreta difficoltà nel reperire stimoli che facciano evolvere gli artisti stessi, e creano carenze a spazi dedicati (di ricerca e per la rappresentazione).
Mancano figure professionali legate al mestiere dell'artista circense, figure che abbiano la funzione di un ponte per collegare quello che è l'idea e il sentimento artistico genuino e ciò che essa necessita per poter avere una forma (produzione, amministrazione, etc.) ed arrivare ad un pubblico (diffusione). Questo potrebbe aumentare la focalizzazione dell'artista sulla qualità del proprio spettacolo o del proprio progetto, sul minor numero di compromessi e soprattutto aiutarlo a poter raggiungere un pubblico non solo di addetti ai lavori. Apertura vs chiusura.
Non è riconosciuto come arte tale quale, non è valorizzato com tale (ancora amalgamato come circo tradizionale). Confusione/ disinteresse intorno alla nozione di Circo. Non esiste uno "statuto" di artista , esistono scuole superiori di circo ma poi uscendo ci si ritrova nel nume sei nel nulla, e per forza di cose si parte all’estero per lavorare. Comuni che non collaborano quando ci sono iniziative di circhi (Forum nuovo circo Città di circo Bologna)...
Trovo che la maggiore criticità del circo contemporaneo oggi sia la mancanza di pubblico e soprattutto di un pubblico consapevole. L'immagine legata al circo per la maggioranza della popolazione italiana è quella di Moira Orfei, se il nostro interlocutore è particolarmente appassionato di spettacolo, arriverà forse a nominare il Cirque du Soleil. Finchè l'italiano medio ti chiederà se addestri leoni visto che fai circo, le possibilità di sviluppo saranno limitate. Credo che le mancanze pratiche (spazi, eventi, fondi) siano strettamente legate a questa.
Mancanza di figure di responsabilità nelle diverse competenze del settore: diffusione, progettazione, strutturazione, scrittura drammaturgica. Troppa autoproduzione che genera spesso dilettantismo, sminuendo l'importanza e la consistenza del nostro lavoro. Altro grande problema, mancanza di conoscenza e sfiducia tra i programmatori di teatri dell'esistenza della "quarta arte" il Circo Contemporaneo, mancano cartelloni di circo, focus di approfondimenti, iniziative stampa per diffonderne la conoscenza, conferenze di studio dei vari ambiti.
Parlando di criticità, apriamo il discorso all'indagine dialettica: uno spazio di riesame e decodificazione. Dunque, uno spazio d'azione. Le criticità che identifico, in quest'ottica, sono le forme di incontro e confronto tra agenti del settore, l'interfaccia con linguaggi artistici altri, lo sviluppo di un coscienza di settore (senza sclerotizzarsi nell'affermazione di un'identità) e il rischio che rappresenta la sottile linea di demarcazione tra riconoscimento e asservimento nel rapporto con le istituzioni governative.
A livello ludico-educativo ed in rapporto con gli amatoriali/pubblico, una grande diffusione di performance che vengono ricondotte al Circo, ma che nulla hanno ache fare con quell'universo culturale di condivisione e solidarietà del Circo, con il valore artistico delle arti Sceniche, con i codici della Creazione contemporanea. Scarsa comprensione/conoscenza e percezione reale di ciò alla quale che ci si accosta, pessima conoscenza (se non nulla) del lavoro dell'Artista di Circo Contemporaneo.
Mancanza di una rete inclusiva di confronto sulla didattica, soprattutto per quanto riguarda il circo come arte espressiva e non come sport (attività che invece sta venendo regolamentata all'interno delle discipline ginnastiche). Mancanza di una mappatura degli spazi in cui si pratica il circo a livello nazionale. Difficoltà di circuitazione e di riconoscimento della categoria a livello statale, come d'altronde per le altre arti performative, esclusa l'opera lirica e il balletto.
Mancanza di uno statuto che regoli l'attività degli artisti intermittenti; debolezza in termini di risorse umane professioniste nell'ambito della produzione, diffusione, regia, critica, accompagnamento a giovani compagnie; mancanza di una programmazione circense all'interno della stagione teatrale; privilegio al circo di intrattenimento a discapito del circo di ricerca interessato all'esplorazione di un linguaggio espressivo innovativo. Mancanza di una scuola superiore pubblica.
Le persone non hanno ancora concepito di vedere una forma d'arte ed espressione diversa dalla classica scena di circo, in particolare modo fisica; mentre quello che noi oggi definiamo "contemporaneo" è molto di più e va oltre lo schema "standar" e ricopre perciò anche la sfera mentale. Avvolge l'arte a 360 gradi e gli italiani non sono ancora stati "educati" e sensibilizzati a questo. E' una realtà ancora un pò distante, ma presente per lo meno.
Tendo sempre ad andare contro corrente e focalizzarmi sull'artista e non su ciò che gli ruota intorno perchè già lo fanno in molti, di conseguenza penso che gli spettacoli stiano perdendo di consistenza e stiano diventando un prodotto da mostrare ad altri artisti o al mercato stesso invece che per il pubblico. Vedo l'artista come un traghettatore tra i mondi, come qualcuno che apre porte. Ad ora invece osservo più portatori di ideali e bandiere.
La mancanza di un supporto istituzionale sufficiente, volto a sostenere la sopravvivenza e lo sviluppo (esponenziale negli ultimi anni) di questa branca dell'arte contemporanea. -la continua associazione al circo tradizionale o alle arti di strada, che, senza nessuna critica, manifesta l'inesistenza di una coscienza collettiva di un pubblico, ancora poco informato sull'esistenza di un "circo contemporaneo". (#domandedifficili)
Dopo queste conversazioni sul circo, mi sembra di capire che il circo italiano non si rende bene conto della scena internazionale/europea. Manca coscienza, e autocoscienza. In un paese che fatica a riconoscere l'artista di circo, contemporaneo o meno, mancano sindacati, gruppi, associazioni, circuiti, luoghi di diffusione, produzione... Quelle che io chiamo le "risorse", con un termine molto generale.
Scarsa conoscenza effettiva della realtà circense per chi non ne fa parte, il che porta ad una bassa considerazione di quest'arte e dei suoi artisti; Poche realtà e possibilità di alta formazione (scuole, workshop, spazi di scambio e incontro...); Mancato riconoscimento a livello istituzionale dello statuto di studente per chi sceglie questo percorso di formazione a livello professionale.
Trovo ce ne siano varie e in campi diversi, il pubblico generalmente mi pare che per la maggior parte ignori completamente l'esistenza di quello che facciamo e sopratutto la qualità di ciò che facciamo, trovo che lo stato dovrebbe riconoscere il circo come un organismo a se e comprendere che il nostro lavoro ha un enorme validità culturale che merita di essere sostenuta e tutelata.
Sicuramente il fatto che sia poco conosciuto e di conseguenza viene a crearsi una diffusa ignoranza riguardo l'esistenza del circo contemporaneo in generale, non solo di quello italiano. Tutto ciò porta ad una poca considerazione del settore, soprattutto per quanto riguarda finanziamenti, spazi ad hoc ed opportunità, presenti invece per altri settori artistici e/o di spettacolo.
Parlo di scuola di circo. Ripartire con i corsi per bambini/ragazzi/adulti garantendo norme di sicurezza, distanze adeguate e sostenendo costi per eventuali sanificazioni ecc..sono tutti fattori complicati da immaginare adesso. Sarà difficile anche riportare persone ai corsi, temo paura e difficoltà economica. Qualcuno rinuncerà ai corsi per mancanza di soldi.
Mancano delle traduzioni di testi sul circo! É vero che i circensi parlano tante lingue ma l'idea é di crescere i ragazzi giovani, che magari le lingue ancora non le sanno bene, mostrando che il circo non é solo corpo; é il modo più semplice per far arrivare questa parte del circo, spesso dimenticata, al maggior numero di persone possibile.
Non adeguato sostegno alla creazione/troppa importanza all'organizzatore e poca all'artista/non adeguato numero di realtà "esterne" che si interessano al circo contemporaneo (intendo giornalisti, studiosi, e soprattutto critici)/mancanza di interlocutore adeguato in grado di fare da tramite per le relazioni e i partenariati internazionali
Il mondo del circo è fatto di arte, espressione e passione. Tante persone vorrebbero fare di questa passione un lavoro ma spesso si scontrano con un sistema che non lo permette, che ti obbliga ad avere un piano B per poter ricevere un sostentamento concreto, e che quindi poi non ti permette di dedicarti al massimo a quello che vorresti.
Ci sono festival di circo in grandi città ma mancano le strutture per formare artisti di circo, quindi si perdono potenziali artisti interessati. Bisogna completare la sensibilizzazione del pubblico su che cosa sia il circo contemporaneo. Gli artisti vengono considerati non come lavoratori ma come se fosse un hobby o uno sport qualsiasi
Credo che uno dei grossi problemi sia non sentirsi parte di un gruppo, comunità e che quindi questa netta divisione interna diminuisca le possibilità di confronto e riflessione. questa condizione porta a risultare invisibile nel campo istituzionale e tante volte a sentirti non appartenente a nessuna categoria
La poca consapevolezza che ne hanno le persone, sia pubblico generico che del settore spettacolo dal vivo. Il difficile riconoscimento del valore artistico, culturale e sociale. In Toscana in particolare il problema della mancanza di spazi deputati, di centri di riferimento, di spazi di creazione e formazione.
L'assenza del circo dal palinsesto degli spettacoli (nelle stagioni teatrali, per dire) e la conseguente mancanza di rispetto per i suoi operatori manifesti e non (tecnici, rigger). Mancanza di un punto di riferimento univoco a cui riferirsi per bandi, residenze, tutele legali e informative di genere.
Secondo me una delle criticità è di essere suddiviso in due settori, formazione/ insegnamento per cui velgono le regole dell'a.s.d. e quindi del c.o.n.i. ed il settore dello spettacolo che invece fa capo all'ex-enpals, ognuno ha le sue regole edi suoi contratti e questo secondo me genera confusion
Noto prevalentemente una mancanza di spessore nelle proposte artistiche, ma questo riguarda tutta la scena del circo contemporaneo anche al di fuori dell'Italia. Allo stesso modo e per lo stesso motivo mancano esempi validi da proporre al pubblico per costruire un percorso di educazione critica.
Tecniche (non tutti i teatri hanno la struttura tecnica/logistica per ospitare alcune discipline) Drammaturgiche: difficoltà nel raccontare una storia (anche astratta) integrando ii momento "wow" (che tutti adorano nel circo e che ci deve essere) con una narrazione organica, con un messaggio
Prima di tutto le persone in Italia ancora non hanno compreso appieno cosa si intende per circo contemporaneo e di conseguenza le istituzioni non danno il giusto valore alla categoria. L'artista di circo come il tecnico non sono considerati lavoriatori e non siamo supportati dallo Stato.
La professionalizzazione di un mestiere riconosciuto come forma d'arte, ma anche come forma educativa. Penso sia importante essere considerati professionisti per avere delle formazioni in Italia in pedagogia circense, sempre più complete e riconosciute da tutt* gli altri settori.
In Italia l'artista di circo non è sufficientemente riconosciuto come i lavoratori di altre categorie. Sono poche e scarse le risposte alle nostre domande e le agevolazioni di cui avremmo bisogno, nonostante continuino ad esistere festival ed eventi italiani tanto attesi ogni anno.
Una cultura generale mancante del circo contemporaneo e la visione media del circo nell'Italiano medio, lo stato credo non investa nel nostro settore per queste mancanze e queste mancanze ci sono ancora perché lo stato non investe nel nostro settore
Il circo non è riconosciuto come un mestiere pari agli altri. il circo italiano deve trovare il suo valore, affermarlo e divulgarlo. creare un sistema dove, artista di circo, netturbino, ingegnere edile abbiano pari diritti e doveri d'esistere.
Scarsa affermazione e conoscenza della propria identità e caratteristiche nel tessuto sociale aldilà degli appassionati o degli artisti del settore. Mancato riconoscimento da parte delle autorità. Ridotto finanziamento da parte delle stesse.
Credo di poterla riassumere in una sola: la necessità di fare Comunità, costruire una realtà in grado di poter dialogare con le istituzioni che sia però composta da persone che sanno realmente quali siano le esigenze della suddetta.
La mancanza di coesione generale che invece dimostra la danza, la frammentazione, la mancanza di sostegno sufficiente e di diffusione alle pochissime compagnie realmente interessanti e innovative presenti ed alle loro proposte.
La visione del circo è limitata al puro intrattenimento e il pubblico rimane di nicchia. queste osservazioni valgono sia per la visione che il pubblico non specializzato ha rispetto il circo, sia per gli addetti ai lavori.
Vedo poca considerazione del circo contemporaneo (ma più in generale del mondo dell'arte) da parte della comunità della quale faccio parte. "Ma perché non ti trovi un lavoro VERO?" è una frase che mi sento rivolgere spesso
Da spettatore, la conoscenza di questo mondo e del fatto che la parola "contemporaneo" di fianco a "circo" voglia dire qualcosa e dovrebbe smetterla di continuare ad evocare nella testa delle persone leoni e cavalli.
Credo che ci sia una mancanza di riconoscimento da fuori. Il circo contemporaneo è conosciuto poco e questo provoca una mancanza di supporto, molto visibile in questi tempi, sia dall'governo che dall'italiano medio.
Come tutto il settore dello spettacolo dal vivo, la non possibilità a breve termine di mettere in scena spettacoli con le restrizioni dovute al covid (vedi distanziamento sociale, sanificazione accurate, etc etc.)
NESSUNA TUTELA PER GLI ARTISTI E LE PICCOLE COMPAGNIE, MANCANZA DI CONFRONTO TRA LE PICCOLE REALTÀ CHE COMPONGONO IL TESSUTO ARTISTICO DEL PAESE E LE ISTITUZIONI CHE DOVREBBERO TUTELARE QUESTE REALTÀ.
Frammentazione della comunità largamente intesa in cerchie e sottocomunità, da cui discende una comunicazione interna ed esterna sporadica e settoriale, scarsamente impattante sulla società italiana.
L'assenza di un confronto teorico, capace di generare riflessioni e identità. Questo momento storico sta evidenziando moltissimo questa necessità: servono intellettuali che dialogano con gli artisti.
Burocrazia per i montaggi. Relazioni con le amministrazioni e istituzioni. Capacità di fare rete tra realtà circensi, così come tra realtà circense e il resto del mondo dello spettacolo dal vivo.
Per me sarebbe interessante che esiste seno più luoghi dedicati ala creazione, riflessione e contaminazione con altre arti per potere arricchire il settore, e il percosso artistico individuale.
La mancanza di sostegno e di riconoscimento da parte delle autorità La concezione del circo contemporaneo come l'arte dei ciarlatani, e di conseguenza la svalutazione a priori del circo
Se non ci fosse mia figlia neanche saprei dell'esistenza del circo contemporaneo, né avrei potuto assistere a qualche spettacolo. Cioè al grande pubblico non arrivano vostre notizie.
In questo momento la criticità maggiore che percepisco e che in italia non sia ancora vista come una professione e che quindi venga lasciata in disparte durante questa emergenza.
Molta tecnica ginnasta e poco teatro.. Ho visto spettacoli di bassa qualità venire finanziati.. Le piccole realtà stanno sempre ai margini e lavorano con l'arte di strada
Riconoscimento lavorativo e non amatoriale, sostegno economico, prefigurazione sull'allargare l'artista anche in altri settori lavorativi, non solo performance live
Non ci sono abbastanza aiuti da parte dello stato - non ci sono abbastanza spazi dove si possa creare - per conseguenza non c'è tanto condivisione tra gli artisti
Il circo contemporaneo non è visto come una professione, sia a livello statale che dalla società in generale. per questo motivo è poco conosciuto e poco promosso
Scarsa diffusione, eccessiva polarizzazione creativa tra "tradizione" e "ricerca", iato tra "tensione innovativa" degli artisti e aspettative del pubblico
La divisione tra le varie realtà (ex- scuole,...) che non cooperano molto e il poco riconoscimento delle arti circensi nel panorama artistico italiano
L'impossibilità a svolgere spettacoli e corsi nel rispetto delle norme attuali, l'assenza di regolamentazioni in cui si condividono le responsabilità
Poche strutture adatte ad ospitare le schede tecniche relative agli spettacoli; burocrazia e costi eccessivi che rallentano i processi di sviluppo.
Confondere uno sguardo fisso nel nulla con il teatro e spesso il pressappochismo legato a linguaggi che non siano la propria disciplina circense.
La mancanza di un tessuto socio-culturale che faccia prendere seriamente il circo contemporaneo tanto quanto il teatro, la danza, la lirica ecc.
Poca selezione, poca fame: troppi aeristi? Moda sovrastimata, manager egemoni e cupole sante. Se devo essere più chiaro, chiedete... Acci tua!
Riconoscimento, educazione, mancanza di fondi da parte di buone persone che non pensano a fare soldi e quindi ricerca, novità, nuovi problemi
Mancano rassegne annuali dove esibirsi, manca una filiera della distribuzione, mancano degli investimenti per le produzioni e la ricerca.
Il circo contemporaneo non è conosciuto e riconosciuto da chi (politica) dovrebbe creare una struttura organizzativa per farlo "crescere"
Pochi circuiti di diffusione, tanti artisti (giovani e non) con poco mercato per accogliere la proposta e il pubblico è poco sviluppato.
Ottima formazione e livello tecnico, artistico, ma difficile collocazione professionale continuativa post scuola degli artisti/acrobati.
Mancanza Luoghi di allenamento adeguati, e spazi di creazione, ovviamente dovuto alla mancanza di investimento da parte dello Stato!
Mancanza di figure chiave dedite alla promozione e vendita degli spettacoli, manca chi riesce a far arrivare il circo a chiunque.
Assenza di vetrine internazionali , bandi sufficienti per coprire le esigenze distributive/produttive delle compagnie italiane
Che essendo molto giovane non è un'arte conosciuta a fondo dal mondo e che quindi rischi di essere tra le prime a scomparire
La possibilità di lavorare in sicurezza, il distanziamento, la possibilità di trovare spazi prove che accolgano i processi
Le regole non ancora chiare sulla possibilità di ricominciare a fare gli spettacoli rallentano l'ipotetica ripartenza.
Manca la visibiità al lavoro di ricerca. In Italia e soprattutto al sud, il circo è ancora un concetto romantico
Poco spazio d'azione (programmazione nei festival no di circo, valore intellettuale, rete con altre arti vive).
Trovo che il circo contemporaneo sia sempre più un ambiente è fenomeno chiuso in se stesso tra i suoi simili.
Sostegno inconsistente da parte di stato e regioni nei confronti della cultura e del circo di conseguenza.
La formazione, ancora incentrata quasi solo sulle tecniche, e carente in nozioni di drammaturgia.
Pochi spazio di creazione e poca visibilità del circo contemporaneo in confronti agli altri arte
La scarsa efficacia delle associazioni di settore, la forte disgregazione tra le singole realtà.
Difficoltà a essere riconosciuto veramente come intensa fonte di cultura, di respiro, di arte.
La difficoltà di “educare” il pubblico alla differenza tra circo classico e contemporaneo.
L'assoluta non tutela dell'artista lavoratore, alias non riconoscimento del mestiere
La mancanza di un reale appoggio da parte del ministero della cultura e dello stato
Non esiste una assicurazione come in Francia e Belgio, "intermittent du spectacle"
La creazione di un sistema di diffusione che affianchi quello di produzione
Preso poco in considerazione. Visto dai molti un ripiego per non lavorare.
Un distacco completo ed egocentrico dalle masse popolari esterne al Circo
La mancanza del riconoscimento del circo come forma d arte contemporanea
Il valore che si da alla cutura non è lo stesso che si da all'educazione
Non ci sono audizioni, pochi soldi per gli artisti, pochi posti lavoro
Che spesso viene ancora visto dalle persone come un simpatico hobby.
Si ha ancora un po' l'idea del circo come lavoro per nullafacenti
Assenza di consapevolezza e supporto da parte dello stato
Mancanza di interazione con altre realtà/discipline.
Impossibilità di esibirsi davanti ad un pubblico
La mancanza di supporto da parte del governo.
É vuoto, poca conziencia, poca autogestione
Mancanza di uniformità a livello nazionale
A Roma non arriva se non qualche briciola
Poca considerazione e poche sovvenzioni.
Riconoscere l'artista come un mestiere
La sete per un potere che non esiste
La programmazione nelle stagioni
La macanza di spazi adeguati
Medio campidano
Qualità
Sostegno / Informazione / Tutela
Stesura di un elenco di potenziali strutture ospitanti, segmentazione del pubblico, costante attenzione alla solidità drammaturgica.
Collaborazione tra compagnie. Dialogo con rappresentanti dello Stato per dare maggiore riconoscimento agli artisti. Sviluppo di una entità che possa essere chiamata "circo contemporaneo italiano", ossia delineare certe caratteristiche che contraddistinguono il circo italiano.
Confronto, Condivisione e Collaborazione. Sembrano un po' le D della ripartenza della Lombardia, ma sono le mie C del circo. Credo che il punto fondamentale da cui partire sia il confronto, sia tra tutti quelli che fanno parte del circo ma anche e soprattutto con coloro che fanno arti performative in altri modi, da cui possiamo imparare tanto. Poi, dopo essersi confrontati sulle nostre situazioni e vite, ci sono condivisione e collaborazione, che allo stesso modo valgono sia tra noi del circo ma anche con chi fa altro. Personalmente credo che queste 3C siano un po' la base del "mondo che vorrei", e potrebbero aiutarci ad uscire dal nostro "nessuno ci caga", spingendoci a trovare nuove soluzioni, fuori dal nostro microcosmo.
Diffusione, radicalizzazione, apprendimento
Fisicità, contato con il pubblico, presenza scenica
Divulgazione - condivisione - dare valore
Condividere, ricercare, e fare spettacoli.
Tecnica, poesia, pubblicità
Consolidare le realtà che rappresentano il settore a livello istituzionale. Favorire un contatto reale tra tali realtà ed i professionisti del settore. Favorire un ascolto sensibile delle voci all'interno del settore, per costruire una realtà di circo contemporanea Italiana, rappresentativa e peculiare del nostro paese. Creare un ente che possa tutelare gli artisti del settore empatizzando con le esigenze specifiche. Ops, sono 4.
Statuto d'artista (come in belgio e francia), sensibilizzazione dei teatri sul circo contemporaneo,
Diffusione, consapevolezza, sperimentazione
Costanza nel mantenere le relazioni, sentirsi ancora di più parte della comunità circense, non perdere di vista i propri obbiettivi
EDUCAZIONE in consapevolezza (erudizione), Legislazione chiara e specifica per le Arti Circensi in ambito Sicurezza, spazi per Residenze Artistiche e per luoghi di creazione e ricerca.
1) Ampliare il proprio pubblico, affinché esso non sia composto esclusivamente da artisti di circo, studenti di scuole di circo, amici delle scuole di circo, famiglie di bambini che fanno scuole di circo amatoriali. 2) creare un dialogo di intesa e collaborazione coi piani alti della cultura e della politica. 3) fondare dei nuovi spazi di circo che possano essere luoghi di incontro, condivisione, formazione , creazione, collaborazione con altre discipline artistiche.
Creare dei veri circuiti di diffusione in tutti i formati circensi (chapiteau, sala e strada) - Visibilizzare il lavoro, la professionalità e il valore artistico del movimento di circo contemporaneo italiano nelle sue diverse estetiche - Rivendicare delle politiche culturali e un posizionamento chiaro delle istituzioni culturali per il riconoscimento del circo contemporaneo come "arte maggiore"
Più mezzi per la creazione, dei spazi adatti al circo, privilegio alle compagnie locale
La professionalizzazione delle scuole di circo. Cercare di tornare in Italia se sei andato a fare una scuola in Francia e contribuire alla crescita del circo italiano.
Emozionare, coinvolgere e sorprendere
Lavorare per creare una filiera della distribuzione, lavorare per creare un sussidio artistico, lavorare affinchè gli artisti italiani investano in italia
Presenza nel territorio, finanziamenti, scambio tra gli artisti
Trovare un dialogo piu' efficace con le istituzioni, valorizzare lo sharing di informazioni ed opportunità per fare rete, creare slegati da ritorni economici istitutuzionali e non.
Professionalizzazione, spazi adeguati, formazione
Resistere/mantenere alta l'energia e la libertà delle nostre proposte artistiche/continuare a fare rete tra artisti
Diventare più inclusivi - creare eventi per condividere saperi e dissapori
Programmare consapevolmente, studiare il circo contemporaneo, finanziare la creazione artistica
1.Confrontarsi 2. Programmare e diffondere 3. Avere consapevolezza della propria identità, della propria direzione in quanto artista o compagnia.
Ricerca.Disequilibrio.Confronto.Prosciutto e melone.
Visione, prefigurazione, azione
Collaborazione - Supporto esterno – semplificazione
Intermittenza, Regolamentazione, Rispetto per gli artisti.
1- Creazione di spazi per il circo. 2- Risorse economiche (fondi, finanziamenti). 3- Rendere consapevoli dell'esistenza di questa arte.
Osare la strada o altra forma autarchica, autosufficienza.
Parlarsi, fare rete, parlare meno negli spettacoli
Nascita di un’associazione nazionale coordinante le scuole di circo e le compagnie, certificazioni uniche e specifiche per insegnanti e tecnici, riconoscimento del lavoro artistico/tecnico.
Riunirsi, solidificarsi, migliorarsi
Creazione , allenamento , comunità
Dare allegria alle persone. Essere sempre in grado di superarsi e non arrendersi. Emozionare ed emozionarsi ogni volta
Autogestione, conziencia politica e spirituale, volontà
La comunicazione, la solidarietà, organizzarsi
1_ Inserire nei programmi di studio delle scuole di circo italiane un corso di storia contemporanea dello spettacolo dal vivo, per poter conoscere i movimenti politici e sociali che hanno portato il teatro, la danza e l’opera al riconoscimento, all’emancipazione e all’istituzionalizzazione di cui godono oggi. Formare egualmente gli studenti delle scuole di circo su quale è il panorama italiano e come inserircisi: quali festival esistono, quali programmano circo, quale associazione esiste per rappresentare la categoria degli artisti di circo, quali sono gli enti istituzionali esistenti, quale di essi si occupa di interagire con le altre categorie dello spettacolo dal vivo e quale con il ministero, quale fondi e sovvenzioni sono disponibili per artisti emergenti e quali per le compagnie.. 2_ Con l’aiuto e il sostegno di tutte le altre categorie dello spettacolo dal vivo, ottenere un maggiore riconoscimento, dignità e attenzione nelle tavole di discussione con le province, le regioni, e il ministero. 3_ Istituzione di un reddito di continuità.
- Scrivere un manifesto? Sciopero nazionale di artisti/ tecnici/ operatori che lavorano in questa precarietà. Sensibilizzare pubblico e i programmatori di teatro ( Come fanno Filippo Malerba, Dinamico festival…) - Lo stato / collettività devono dar visibilità / aiuto per aiutare il circo ad impiantarsi in città (combattere la non collaborazione di certi comuni), per far si che il biglietto d’ingresso al tendone rimanga abbordabile e popolare. Dare un supporto anche nella comunicazione (la tournée dei tendoni riposa molto sul passaparola). - Non scappare dall’italia, questo « statuto » va guadagnato. Avere il coraggio di rimanere in italia pr avviare questi « cantieri ». Niente può’ sostituirsi all’esperienza, il pubblico deve incuriosirsi, familiarizzarsi per raggiungere un certo riconoscimento, e che il circo venga frequentato e reclamato. - Sviluppare il mestiere della diffusione di spettacoli (spesso l’artista italiano fa tutti i mestieri : produzione + diffusione + artista).
Sostegno economico per gli artisti, formazione, sostegno alla creazione
Saper spiegare cosa si fa con chiarezza e prendersi sul serio mentre lo si fa. Sensibilizzare più persone e pubblico riguardo al circo contemporaneo e al ruolo che ha culturalmente. Essere più indulgenti gli uni con gli altri nell'ambito del circo stesso.
Divulgazione nelle scuole, ricerca di finanziatori pubblici e privati
CONVOCATORIE PIÙ TRASPARENTI E CON REGOLE CHIARE, CREARE UN DATABASE PER METTERE INSIEME DOMANDA E OFFERTA, IN MODO RAPIDO ED EFFICIENTE, DEFINIRE LE LINEE GUIDA PER UNA CONTRATTAZIONE EQUA CHE RISPETTI LA DIGNITÀ DI QUESTO LAVORO.
Di "semplice" non mi viene in mente nulla: confrontarsi in modo strutturato sulle necessità condivise, immaginare/pianificare insieme il futuro (prendere spunto da altre esperienze, paesi, realtà, tenendo conto delle nostre specificità), creare dei riferimenti condivisi, ad esempio una persona, un gruppo che rappresentino una rete il più comprensiva possibile.
Divulgare, esandersi, ragionare
Introdurre attività circensi nei programmi delle scuole - agevolazioni per i pagamenti degli artisti (non solo nel settore del circo) . Fare una serie di nomrative che regolamentino meglio la sicurezza della pratica delle attività circensi ludiche standard per tutta Italia/europa/ mondo.
1) Ridurre la frammentazione. E dunque avere la capacità per esempio di stilare richieste chiare, semplici, concrete, firmate da tutte le varie sigle e associazioni. 2) Pretendere qualità, sempre e ad ogni livello. 3) Diffondere la conoscenza del circo (contemporaneo?).
Avere canali comunicativi - Avere spazi - Avere riconoscimento economico minimo di sussistenza dallo stato
-Creare percorsi di consapevolezza interni alla comunità circense attraverso l'avvio di un confronto orizzontale e inclusivo, attraverso il quale focalizzare processi di creazione collettiva di comunità, la cui identità eterogenea può assumere un carattere unitario a partire dal riconoscimento reciproco e dall'adesione ad un medesimo patrimonio valoriale. Riassumendo: Riunire la Comunità- Costruire un'identità collettiva e inclusiva nel rispetto delle differenze interne- creazione e disseminazione di un patrimonio valoriale comune che funga da base concettuale per le singole azioni
1.Sostegno economici agli organizzatori/ptomotori - 2. Sostegno agli artisti e compagnie - stesura di un documento ad ok per dette categorie di lavoratori con tanto di diritti e doveri
Comunicazione, diffusione, formazione
Diffusione - Coesione nelle richieste - Apertura di spazi
Creazione, Informazione, Voglia di Osare
Espressione dell'IO; giocare (con la realtà); comunicare
Incentivi alla creazione, non solo nella forma di aiuti economici ma anche di residenze, laboratori di creazione. Aiuto alla diffusione.
1) Programmazione al pari del teatro o degli spettacoli musicali; 2) divulgazione pubblica come forma d'arte e d'intrattenimento e attività fisica; 3) divulgazione di tutte le implicazioni positive che il circo può offrire a livello sociale
Investimento. Ricerca. Essere riconosciuti come Lavoratori
Coerenza-strategie creative-
Ricerca, educazione, diffusione
- Farsi conoscere e riconoscere come tale da parte del cittadino medio, legato ancora ad una visione classica del circo come unica esistente. 2. Ottenere riconoscimento da parte dello stato per la sua importanza artistica, sociale, psicologica, educativa, economica e salubre. 3.
Voglia, condivisione e disciplina
Creare spettacoli belli e brutti. Far circuitare spettacoli con un linguaggio tipico del circo in qualsiasi luogo, comunicare con le istituzioni in modo tale da aprire la porta di luoghi imponetrabili altrimenti
1) Bandi specifici sul circo contemporaneo (festival grandi, piccoli eventi, formazione, creazione) - 2) investimenti economici volti all'educazione alla cultura del circo cont. - 3) creare un sistema stabile di retribuzione degli artisti di circo
Possibilità di fare festival e spettacoli rispettando le norme; maggior coordinamento tra le varie realtà; Tavolo di discussione con teatri e direttori di festival
Divulgazione, conoscenza, benefici
Allenarsi. Condividere. Performare
Autocritica, Comunicazione, Mobilitazione
Una reale rete tra le diverse realtà, creare una continuità tra le scuole professionali e le piccole scuole di circo divenute un bacino importante, fare fronte comune con le istituzioni.
Opportunità, tutela, pagamenti.
Professionalità. Competenza. Collaborazione.
Confrontarsi / creare spazi attrezzati di allenamento e condivisone / innalzare il livello tecnico medio nazionale
Statuto che tuteli gli intermittenti dello spettacolo. Scuola superiore di circo contemporaneo pubblica. Prevedere nella programmazione dei teatri 2/3 spettacoli di circo a stagione.
Diffondere, collegare, insistere
1) Resistenza. Non mollare , continuare a credere che il movimento del circo contemporaneo un giorno sarà riconosciuto come è riconosciuto in altri paesi. In dieci anni sono cambiate molte cose. Se si molla adesso si rischia di perdere ciò che si è duramente conquistato. 2) Sensibilizzare le persone , il nostro pubblico. Non facendo spettacoli in streaming su FB . Non portando il Circo Contemporaneo in televisione e nei talent show, ma facendogli capire che lo spettacolo dal vivo è un bisogno per tutte le comunità. Lo spettacolo dal vivo deve restare spettacolo dal VIVO. 3)Investire in ricerca fisica tutte le idee . Anche quelle che sembrano più assurde e strabilianti. Divertirsi a creare. Giocare per creare.
Continuare a organizzare festival di qualità.
Creazione del sistama dell'intermittenza, come in europa. Riconoscimento delle scuola professionali a livello delle altra accedemie di arte. Creare una Federazione di circo contemporaneo in modo da slegarsi dal coni ed all'ambito sportivo
Ricerca, creazione, punto di riconoscimento verso il mondo esterno(spettacolo/educazione)
Creare massa critica. Generare reti trasversali: non solo tra scuole, ma anche tra artisti e scuole, tra centri di produzione, scuole e compagnie, ecc..
1) Per l'Italia intesa come istituzioni e governo, informarsi su cos'è il circo contemporaneo per capire le sue necessità e rendersi conto di quanta ricchezza culturale può portare. 2) Per i circensi, farsi conoscere in ogni modo e far sapere che esistiamo, che facciamo arte e che questa arte è per gli altri, per il pubblico. 3) Fare in modo che dappertutto, quando si parla di spettacolo, non esistano solo le voci "teatro" e "danza", ma anche "circo".
Fare spettacoli (cercando di essere accolti nei luoghi dove il circo contemporaneo passa meno). Dedicare un tempo negli eventi per far discutere il pubblico con gli artisti. Cercare di lavorare in Italia e non in Francia o altri paesi
Istituzione di un regime di discoccupazione specifica per i lavoratori dello spettacolo simile al sistema francese o belga (con le dovute "traduzioni al sistema Italia"). accesso ai progetti e ai bandi per via di colloqui e non di dossier, noi non siamo la Francia che é un paese dove il dossier é usato nel lavoro, nelle scuole e nelle università e quindi anche nel circo, siamo un paese che usa la parola nel lavoro, a scuola, nelle università; la parola viva é ancora il centro della comunicazione, dovremmo usarla al posto dei dossier scritti. Spingere affinché manifestazione come città di circo diventino un "centro" del circo in Italia.
“Sindacato degli operatori del circo contemporaneo italiano “, riuscire a cambiare il concetto nell’immaginario collettivo per cui il circo contemporaneo non venga più associato a Orfei e/o Togni, capire come poter raggiungere più pubblico “non addetto” ai lavori soprattutto ora di regime di distanziamento sociale
Studio, impegno, umiltà
Promuovere la formazione, sostenere la diffusione e la programmazione nelle stagioni esistenti, implementare le strutture teatrali spesso non adatte al circo.
1) investimento; 2) coordinamento rete; 3) semplificare l'informazione e i processi
Onestà(non è un'azione ma me la abbonate lo stesso??), pensare, sentire
Esserci, dialogare, gridare: guardare al presente socio-politico, fare rete (di settore e intersezionale) sulle urgenze, affermare autonomamente una già fiorente lotta di classe
1) Semplificare le normative SUAP per il montaggio della tenda nei diversi Comuni, creare un protocollo nazionale (o persino europeo) che sia standard, uguale in ogni Comune, per i montaggi della tenda
Azioni semplici non me ne vengono in mente, purtroppo. ma penso sia prioritario: definirsi, dignificarsi, creare alternative possibili
Riconoscimento, tutela, promozione educativa
Formare il pubblico formare le compagnie formare i politici
-Intraprendere azioni di visibilità (come questa o le dirette che avete fatto) dirette a strutture governative. - Intraprendere azioni di visibilità che coinvolgano più direttamente il cittadino/ pubblico che lo portino a soffermarsi sulle problematiche che stanno vivendo i professionisti dell’arte in questo momento - Aumentare le programmazioni a teatro di circo contemporaneo per familiarizzare il pubblico e aumentare l'offerta di lavoro. (quando sarà possibile)
- Fare rete - trovare il modo di venire riconosciuti come movimento (scuole e spettacoli) - fiscalità (ognuno fa come gli pare e non si capisce niente su come muoversi)
1) Creare una P.Iva di riferimento per i giovani artisti che a inizio carriera non possono permettersela. Di conseguenza si potrebbe regolarizzare più facilmente il lavoro tutelando l'artista e l'organizzatore, oltrechè permettere di versare delle tasse. 2) Modifica dei criteri del Fondo PSMSAD per permettere un accesso più fruibile anche al circo attualmente non citato. 3)Creazione di un associazione di categoria univoca e seria che si occupi di diffondere bandi e residenze su suolo italiano (Che esistono ma sono rare e perlopiù sconosciute le une alle altre), che si occupi di raccogliere le normative inerenti al mondo dello spettacolo (Quindi norme di sicurezza nei teatri, regolarizzazione del lavoro in strada, informative su come scrivere un contratto o assicurarsi del suo valore legale) e che possa agire in vece di un operatore dello spettacolo in controversie di carattere legale (Per esempio in caso di inadempimento del contratto da parte dell'organizzatore)
Dialogare attivamente con le amministrazioni locali, valorizzare il tessuto sociale ed economico, ridare vita agli spazi condivisi della comunità.
Propaganda - Strutturazione - Professionalizzazione dei settori di attività
Creare rete con altre arti. Incontrare spazi d'azione reale. Non essere una disciplina "esclusiva"
Unire/far conoscere tutto ciò che esiste già; organizzare/sviluppare le strutture e organizzazione italiane che lavorano sui livelli nazionale ed internazionale (tipo la A.C.C.I.); un aumento della quantità di scuole (chiaramente ai livelli (pre)professionale)
Adattarsi maggiormente vivendo anche estreme difficoltà; unirsi più che si può: in tempi come questi la Comunità è più che necessaria per tutti; far parlare di sè in ogni modo tanto da destare curiosità e fame di essa
Capillarità, espansione, riconoscimento
Rete tra associazioni collaborazioni tra artisti e scuole di Circo coinvolgimento delle rraltrla svantaggiate
Sostegno economico, soluzioni veloci per la realizzazione degli spettacoli nei prossimi mesi, ideazione di nuovi spazi e modalità dedicati allo spettacolo dal vivo (non necessariamente dentro il teatro ma anche in spazi all'aperto, spazi pubblici,parchi, boschi, spiagge, musei, per portare lo spettacolo fuori dal teatro e dai soliti luoghi. Il teatro è un rituale comunitario che non deve essere forzato ad uno spazio specifico, può essere l'occasione per aprire nuovi orizzonti)
Per tutta la categoria un adeguamento dal punto di vista giuridico e fiscale, più spazi pubblici per scuole e spettacoli, più formazione per i tecnici del settore.
Creare un protocollo condiviso con le amministrazioni per regolamentare i motaggi. Sensibilizzare e formare i circensi alla sicurezza sul lavoro. Attuare e sostenere una rete di confronto e condivisione interna tra realtà circensi, ed esterna verso altre realtàdi spettacolo dal vivo. Usare gli chapiteau come contenitori polivalenti (attività abituale, ospitare programmazioni più varie dal pdv artistico, formazione, ecc). .
Integrazione, unione, comunità
Sostegno/tutela economico; far vivere i teatri (sotto molti punti di vista, e il circo potrebbe ispirare tutto ciò traendo spunto dalla potenza dei festival); continuare con progetti di educazione e decentralizzazione dello spettacolo.
Rimanere positivi e crederci sempre, parlare il più possibile, creare un gruppo, associazione o non so che di gente preparata per confrontarsi direttamente con la parte più politica, una sorta di tramite.
Mostrar ciò che facciamo (al pubblico, nella strada, dove si incontra un luogo atto) - alzare la voce per dire le necessità di cui abbiamo bisogno - trasmettere l'informazione attraverso la condivisione
Studiare, adattarsi, divulgare
Osservare, tutelare, agire
1) Spazi di residenza adibiti al circo. 2)Rete culturale di sovvenzione e produzione del circo (es:pole cirque) 3)scuole superiori o istituzioni che ti aiutano ad entrare nel mondo del lavoro
Definirlo, inquadrarlo, gestirlo.
CREARE / propagare/diffondere
Protocolli condivisi, apertura degli spazi cittadini e pubblici, comunicazione con le istituzioni
Creazione di festival/rassegne "aperti" non vincolati al ministero | creare spazi di residenza | creare vetrine internazionali
Sicurezza, economie, reti
Condivisione - slegarsi dall'idea di una tradizione che deve essere presente per confermare la propria identità circense, pur rispettandola - ascolto e non giudizio
Infiltrarsi, snellimento burocratico (da parte dello stato ovviamente), esporsi
-Incremento di un informazione istituzionale e mediatica. -non accettare di lavorare a condizioni insufficienti. -istituire una percentuale (ex. 10%) di spettacoli di circo contemporaneo nelle programmazioni stagionali dei teatri. (#domandemoltodifficili)
Mettere a disposizione spazi pubblici gratuiti per potersi allenare ma anche performare,
Condivisione, diffusione e sensibilizzazione.
Sensibilizzare, aprire, dare
1- Fare rete con le realtà creative, di programmazione e di diffusione provenienti da altri generi 2- investire nella formazione 3-prendere consapevolezza e dopodiche' alleggerire il peso dato alla parola ''circo'' e soprattutto alla parola ''contemporaneo'', accettare una fluidità dei generi
Dialogare credere mostrare
Ricerca produzione divulgazione
Lavoro sulla drammaturgia, maggior conoscenza dei luoghi che potrebbero ospitare gli spettacoli, maggior integrazione con il sistema, eliminando un approccio oppositivo, investimento sui creative producer preparat*
Rielevare il circo come forma d'arte, allontanandosi dallo stereotipo di fenomeno da baraccone, animali o raccattati/disperati che fanno questo perché non hanno altra scelta, tramite informazione ad ampio spettro, ma soprattutto smettendo di nasconderci noi stessi dietro a ciò (non tutti, ma penso che ad alcuni faccia comodo ricadere nel "eh ma tanto"). Forse non sono le azioni più semplici ma è questo a cui ho pensato.
Piu du spazio de creazione, un stato riconosciuto dallo govierno, aiuto finanziario per le compagnie
Stimolare, farsi riconoscere, fare rete
Incentivo di produzione spettacoli, laboratori in tutte le scuole d'Italia, festivals
Personalmente credo che i finanziamenti pubblici per il circo contemporaneo possano essere investiti in modo tale da costruire basi più solide per la cultura e per tutelare i suoi lavoratori , come ad esempio un reddito di continuità .
I finanziamenti dovrebbero essere investiti nella formazione di tecnici certificati e capaci. Dare delle posizioni fiscalmente accettabili per l'artista che dovrebbe essere riconosciuto come lavoratore. A tutti i tecnici dello spettacolo, dai service ai tecnici luci, audio ecc.. Il circo è anche sociale, quindi un aiuto per la comunità che dovrebbe essere sovvenzionato dallo Stato. In Italia ci sono spazi meravigliosi inutilizzati e lasciati andare in rovina che potrebbero essere utilizzati e fatti rivivere. Io parlo da tecnico istruttore principalmente e in questo periodo di crisi siamo stati lasciati completamente soli da parte delle istituzioni, e non solo noi ovviamente. Ma vorrei fosse più chiaro allo Stato Italiano che il nostro lavoro aiuta la comunità, i ragazzi e gli adulti che seguono le scuole di circo trovano un ambiente in cui crescere, confrontarsi, superare paure e creare sinergia con gli altri. Non si può non considerare come il nostro contributo migliori lo stato delle persone e quindi una buona salute sociale. Inoltre non possiamo pensare di fare spettacoli di circo contemporaneo solo online, lo Stato deve comprendere che l'arte in questa sua espressione ha bisogno del pubblico, delle sue risate, delle emozioni vissute insieme in uno stesso spazio, dell'energia e della magia che si crea. Trovare quindi soluzioni per poter far spettacolo magari all'aperto ma continuare in questa direzione e non tutto dietro a uno schermo che produce una disumanizzazione del nostro lavoro.
1_ Investendo sulla formazione delle nuove generazioni, professionalizzando gli enti di formazione più deboli e meno “professionali” (questo consentirebbe una maggiore diffusione della cultura del circo contemporaneo più omogenea sul territorio nazionale). In generale quindi sostenendo le realtà più piccole e in difficoltà, soprattutto se si trovano in regioni dove l’offerta di circo contemporaneo e il relativo pubblico sono minori. 2_ Investendo su una politica di diffusione che coinvolga le scuole pubbliche (portare i bambini e i ragazzi a conoscere il circo contemporaneo) e che incentivi e aiuti i teatri a programmare circo e ad “assumere questo rischio”. 3_ Aumentando le possibilità di residenze retribuite con annessa programmazione nella stagione annuale. 4_ Omologando i teatri stabili perchè possano ospitare creazioni di circo (forse i soldi per fare questo vanno trovati altrove, ma sta a noi come categoria esigerlo!) 5_ Favorendo la messa a norma e un riconoscimento certificativo dei luoghi già esistenti, ma non riconosciuti. 6_ Creando un forum nazionale che permetta al settore del circo contemporaneo di avere una tavola rotonda dove tutte le categorie del settore siano rappresentate (dagli studenti delle scuole di circo amatoriale a quelle professionali, fino ai direttori artistici di festival passando per singoli artisti, compagnie, istruttori, spettatori..)
Provare a creare qualcosa che prima non c'era... mi spiego: Il passaggio da circo classico tipo con gli animali, al circo contemporaneo che conosciamo, ha portato l'uomo con le sue capacità fisiche protagonista principale e quindi cambiamento, novità e curiosità per il pubblico Io immagino un altro possibile passaggio di contemporaneità e cambiamento. il circo come rilancio dell'ambiente e della sua importanza, dove il protagonista e la scena. ... mi rispiego: Una performance singola di tessuti o altro in un teatro può essere più o meno interessante ma anche più o meno noiosa invece la stessa performance con dietro delle cascate o un bosco con una nebbiolina, se volgiamo anche un po' prodotta artificialmente, musica dal vivo, fuoco , ecc. può dare un valore aggiunto all'esibizione. Scenari naturali come protagonisti e noi come elemento di rinforzo. Ovviamente in posti logisticamente raggiungibili e proponibili . Ok anche piazze e teatri devono sempre esserci, ma investirei qualcosa in più sull'ambiente che è e sarà un argomento sempre più contemporaneo. In particolare in questo periodo, è più facile, per molti motivi, organizzare spettacoli all'aperto, anche piccoli o stile serenata sotto i balconi, improvvisati, come promo o per arrotondare. Grazie a questa versatilità, questa estate potremmo essere gli unici o quasi a proporre eventi
Con la situazione attuale e tanti soldi in tasca punterei su degli incentivi alle giovani compagnie con sede fiscale in italia indipendentemente dalla nazione in cui lavorano per far si che continuino a creare (contingentando però questi incentivi a determinate regole, per esempio potrebbero essere un incentivo alla creazione di uno spettacolo ma vincolato con l'obbligo di essere rappresentato un tot di volte su territorio nazionale. Si avrebbe il duplice effetto di invogliare a continuare gli artisti e metterli in contatto con realtà altrimenti difficili da raggiungere). Avete detto di non parlare di situazioni che non conosco ma credo che andrebbero incentivati anche l'acquisto e il mantenimento degli chapiteau o di strutture aeree. Più a lungo termine invece sicuramente investirei sugli spettatori: Diminuire i prezzi dei biglietti per gli under 30 (facilitando l'accesso ai teatri a chi magari di soldi in tasca ne ha pochi e che magari scopre pure una passione nuova), poter scaricare una parte degli abbonamenti alla cultura in generale dallo stipendio a fine anno, portare più spettacoli e corsi di circo nelle scuole dell'infanzia e primaria (poi il periodo tra le medie e il liceo si è deficienti, fa parte dell'evoluzione, è inutile tentare di acculturare li: Il salvabile galleggerà da solo nel passaggio all'università).
Per il sostegno economico degli artisti impossibilitati a lavorare, per l'acquisto di nuove strutture per la realizzazione degli spettacoli in sicurezza, per l'apertura di nuovi spazi di confronto artistico e di apprendimento delle discipline, per la promozione culturale del settore, per lo snellimento delle pratiche per accedere all'utilizzo degli spazi pubblici per la realizzazione degli spettacoli o per la creazione degli stessi o per l'allenamento degli artisti o per la didattica delle discipline, per la promozione di progetti di diffusione dello spettacolo dal vivo e della formazione artistica e la creazione di nuove realtà artisiche (festival, spazi di creazione, sale e teatri, corsi, eventi, residenze artistiche, centri culturali, progetti di formazione etc.) per il sostegno alla creazione di nuovi spettacoli e progetti artistici individuali, di piccole realtà, di compagnie e di realtà più grosse, per la creazione di progetti multidisciplinari volti ad unire il mondo del teatro del circo della musica delle arti il senso lato Fondi disponibili per la formazione degli artisti (borse di studio, aiuti, contributi etc..)
In questo momento bisogna tamponare la crisi. Quindi i finanziamenti per il circo del 2020 immagino che in parte diventeranno una sorta di ammortizzatore sociale. Più in generale e a lungo termine penso che i finanziamenti potrebbero essere utili ad "aprire" moltissimi spazi per la programmazione del circo. Per esempio: -incentivi ai teatri per adeguarsi alle necessità tecniche e di sicurezza del circo; -incentivi ai Comuni per "obbligarli" una volta per tutte ad adeguarsi alla legge del 1968, che prevede che ogni Comune abbia un'area attrezzata per ospitare i tendoni; -implementare gli spazi di residenza. Inoltre credo che sarebbe molto interessante, forse necessario, iniziare a progettare una sorta di "Centro Nazionale del Circo". Un po' come il CNAC francese, quindi finanziato dal Ministero. Un Centro che sia non solamente di formazione, ma anche di creazione e diffusione: residenze, spettacoli, incontri, laboratori per tutti, una biblioteca e seminari/convegni. Un polo di riferimento a livello nazionale per tutti i circensi e per tutto il pubblico.
- Trascendendo qualsiasi coordinata temporale, urge la scrittura di uno Statuto d'artista (per tutte le discipline e i linguaggi artistici). Questa stesura è indissociabile dall'approvazione di un Reddito Universale Garantito, per tutta la popolazione. 2. progetti di scambio/creazione/formazione/pedagogia/ricerca che mettano in comunicazione il circo con settori culturali e sociali distinti: università, quartieri, organizzazioni non governative, centri sociali, musei etc.). Dialogare il corpo. Da e con. Lo spazio pubblico e lo spazio fisico. Credo sia di massima urgenza (ora e domani), e il circo può apportare e apprendere. E riconoscersi, ed esser riconosciuto. 3. finanziare l'apertura di spazi di allenamento e di creazione specifici. 4. la creazione di un sindacato ORIZZONTALE, nel quale le rappresentanze coprano realmente la TOTALITÀ dei ruoli del settore. Per fare un sindacato, servono finanziamenti e garanzie sociali.
In questo momento i soldi devono andare alle persone in difficoltà, gli artisti, gli insegnanti, gli organizzatori, gli individui che altrimenti non avrebbero un modo per sopravvivere in somma. Il circo, le organizzazione, i festival, le compagnie sopravviveranno, se le persone sul livello individuale sono aiutati. Se nessuno muore di fame, sarebbe utile se in questo momento ci fosse un'iniziativa che, in collaborazione e con approvazione dalle autorità adeguate, riesce a realizzare uno spettacolo dal vivo. Con chiaramente le precauzioni di sicurezza in primo luogo. Dimostrare che la cultura è importante e che può essere portata alla gente in un modo sicuro, aiuterà il riavvio del settore. Quando tutto ciò che si è fermato temporaneamente riprenderà(speriamo), credo che i soldi serviranno soprattutto nei teatri, i centri culturali, i festival,... tutto ciò che hospita dei spettacoli, per aiutare le ripartenza del settore.
In questo momento finanziando le compagnie e gli/le artiste perché possano fare ricerca e creazione. Il lavoro dell'artista non è solo andare in scena e se al momento, per l'emergenza, gli spettacoli non possono essere garantiti, penso sia un grave spreco di tempo e di risorse non dare la possibilità alle compagnie di continuare a interrogarsi e creare per offrire anche una risposta, attraverso l'arte, a questo importante momento. E sottolineo interrogarsi-fare ricerca perché non credo bisogni puntare verso uno sfruttamento della creatività. Più a lungo termine mi piacerebbe venissero investiti di più e in modo da garantire una varietà e diversificazione delle proposte artistiche oltre che in formazioni professionali e non (vedi dal 25. in poi dello statuto sociale degli artisti) (ma non sono sicura questo riguardi gli stessi finanziamenti).
Mi piacerebbe moltissimo che le compagnie di circo e le scuole venissero finanziate per residenze e per spettacoli in modo serio. Si fanno tante produzioni che, in base alle proprie possibilità economiche e di spazi, crescono lentamente e la qualità incrementa troppo nel lungo termine (man mano che qualcuno ci permette di portarle in scena). Ci vogliono spettacoli non necessariamente con una produzione più grossa, ma quanto meno con un sostegno. E che questo possa essere a vantaggio di molti. Per lavorare meglio in fase di creazione, portarli a termine in tempi più brevi. I soldi in questo senso aiuterebbero. Gli artisti beneficerebbero sicuramente volentieri di finanziamenti per adeguare e mettere in sicurezza i propri spazi, per formarsi e apprendere giuste competenze, titoli utili.
Penso che dovrebbero essere investiti nelle scuole e nelle strutture che servono ad un artista per crescere ( scuole,spazi di residenze o allenamento, festival di circo). Dal punto di vista scolastico e piú avanti per residenze o appoggi a nuovi progetti, incentivare la creazione, aiutare a creare. Sarebbe un investimento con ritorno, renderebbe piú semplice avere piu spettacoli di qualitá e in un ambiente più "rilassato" almeno dal punto di vista economico. Se si finanzia la creazione di spettacoli, aumenta la fruibilità di quest'arte e l'approssimarsi di un pubblico piu vasto. Ogni cittá o comune dovrebbe avere un fondo per aiutare la creazione di nuovi progetti che poi verrebbero esposti nel suddetto comune...ci sarebbe un'espansione a macchia d'olio.
In questo momento andrebbero investiti prima di tutto per supportare gli artisti che non possono lavorare data la quarantena, i teatri chiusi e tutte le ciò che ora impedisce di fare e anche di preparare spettacoli. Parlando invece a più lungo termine, vedo una grande necessità di finanziamenti per quanto riguarda residenze, spazi di creazione e supporto economico per i festival. Inoltre, essendo studente di circo contemporaneo da ormai 5 anni, ora laureando in un'università specifica del settore, non ho mai trovato alcuna borsa di studio a cui potessi fare domanda...credo quindi che riconoscere l'esistenza di studenti di quest'arte e quindi la possibilità di supporti economici per quest'ultimi sia fondamentale.
Io credo che sarebbe bello che ci fossero più festival in più posti e più inserimento del circo all'interno di altri ambienti non frequentati solo dagli affezionati del circo, che già li abbiamo "dalla nostra", ma posti e ambienti frequentati da chi non verrebbe mai a vedere uno spettacolo in un tendone. Piu festival darebbero ipoteticamente anche più posti per performare agli artisti e anche più posti in cui fare residenze. Credo che sarebbe anche molto utile a lungo termine se ci fossero più scuole di piccolo circo in più realtà perchè aiutano tanto anche a far conoscere cosa facciamo a chi non ne ha idea e vuole solo far muovere il figlio e hanno, se strutturate bene, un forte impatto sul territorio.
A sostegno delle realtà già esistenti (compagnie, scuole, festival) perché possano non affossarsi e trovarsi in difficoltà a portare avanti il loro lavoro e quindi la faticosa crescita del circo contemporaneo italiano. Questo prima di tutto economicamente (come avviene per altre realtà), ma anche con supporto per poter al più presto rendere possibile riprendere il proprio lavoro e di tutti quelli che ne sono coinvolti (tecnici, assistenti, musicisti, diffusori, teatri, ecc). Più a lungo termine facilitando la diffusione degli eventi e contribuendo a ridurre i costi per ospiti e spettatori, di modo che ci si possa avvicinare più facilmente per conoscere e appassionarsi al mondo del circo contemporaneo.
In forme di sussidio di disoccupazione / libere e diffuse / "a pioggia" ... per permettere di sopravvivere senza impazzire dietro a bandi o normative complesse; normative ricche di dettagli che pretendono di valutare il lavoro effettivo ma possono creare più ingiustizie che altro... dico questo perchè sono dettagli che nel nostro mondo sono difficili da scegliere e quantificare, ad esempio chi come me dipinge locandine, camion e roulotte, aiuta nella diffusione, nel rapporto con le istituzioni, che non è acrobata ma è artista, ... che lavora da casa o sottotenda, non fa giornate, bla bla bla... o se pensiamo ad artisti di diverse nazionalità, cuochi, mamme, chi sta in biglietteria, bla bla bla
I finanziamenti, o sostegno di cui sopra, per poter organizzare iniziative e cartelloni senza dover fare solo riferimento all'eventuale pubblico pagante, che al momento é una incognita, un pó per le restrizioni di affluenza a detti eventi e un pó per la crisi economica scaturita. Ma anche sostegno alle compagnie e artisti per produrre nuove proposte con un minimo di certezza economica in più non data solo dalla vendita della data, quindi anche un riconoscimento economico per i periodo di prova e produzione. E questo, per esperienze precedenti alla crisi covid, potrebbero essere d'aiuto anche a lungo termine.
Non mi sento ancora in grado di sapere minimamente quale sia il modo migliore, credo ci dovrebbero essere persone ben preparate anche in questo per far sì che i soldi siano usati in modo giusto, sicuramente però credo che ci vogliono più soldi per i festival, ma la mancanza di soldi penso colpisca qualsiasi campo artistico riguardo festival ed eventi, ma credo sia fondamentale questo perché in genere un grosso festival può coinvolgere molte persone per far crescere la cultura del circo nella società italiana, poi un aiuto alle scuole/spazi di circo ecc che hanno grossi progetti e/o danno residenze.
PER CREARE CIRCUITI DI DISTRIBUZIONE STABILI E INCLUSIVI DEDICATI AL CIRCO CONTEMPORANEO, CHE SIANO GESTITI SU UNA LOGICA DI PROGRAMMAZIONE ANNUALE, accesso e CREAZIONE DI BORSE LAVORO E BANDI PER LE NUOVE PRODUZIONI, AIUTI A PROGETTI DI CREAZIONE E DI RESIDENZA , SOVVENZIONI PER CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTI SU STRATEGIE PER ACCEDERE A FONDI STATALI O A POSSIBILI SPONSOR, E PER RESTARE AL PASSO CON LE PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA SICUREZZA, WEBINAR INFORMATIVI SU DIRITTI D'AUTORE O SULLE FORME DI INQUADRAMENTO PROFESSIONALE. CREARE UNA INTERFACCIA TRA LA DOMANDA E L'OFFERTA.
Per aiutare le realtà esistenti a ripartire in maniera, davvero, sostenente. Per formare la categoria, regolamentare e sviluppare il settore. In formazioni specifiche e settoriali: allievo, formatore, insegnante, regista.... Per la realizzazione di festival specifici. A sostegno delle compagnie emergenti e affermate. Per festival di avvicinamento al circo contemporaneo con pubblico eterogeneo dalla prima infanzia all'età anziana. Festival veramente strutturati in questa direzione dove lo spettatore possa avere uno spazio in cui vedere, uno in cui sapere e uno in cui provare.
Penso che si dovrebbero aiutare i festival, gli artisti, i tecnici... A lavorare in condizioni favorevoli e a comunicare meglio con il pubblico; Permettendo una creatività reale e non commerciale. Non favorire chi già fa tanti soldi e gira abbasatanza per viverne. Permettere alle giovani compagnie di poter entrare nella professionalità. E le compagnie più anziane di poter continuare il loro lavoro senza l'ansia di non poter vivere il giorno dopo.perché non chiedere una specie di intermitense adatta a l'Italia e a i suoi artisti e tecnici.
Mah, trovo che i passi avanti fatti all'interno del ministero siano un'ottima cosa, magari si potrebbero rivedere le condizioni d'accesso per evitare che i vantaggi ottenuti si annullino a causa dell'impegno e facilitarne l'accesso a piccole compagnie senza che debbano unirsi in gruppo per poi trarne pochi vantaggi. Da "francese" ovviamente sogno una disoccupazione per permettere alle compagnie di convivere meglio con la concorrenza, investire sulla qualità e annullare l'evasione fiscale.
Non sui può far crescere un mercato senza avere un prodotto da vendere, quindi nella creazione e diffusione. Più creazioni e che ognuna sia di buona qualità.
I punti vanno di pari passo; produzione diffusione e formazione. (es: In Francia c'è un forte incentivo per essere artisti ma il campo lavorativo non è abbastanza grande per dare il lavoro a tutti).
Investire in una politica culturale del circo, allargare il sistema di produzione e diffusione degli spettacoli.
In questo momento, o almeno fino a quando non sarà possibile tornare a lavorare in un modo che non sia dietro ad uno schermo (riduttivo per lo spettacolo dal vivo), penso che i fondi debbano essere investiti nel tamponamento delle perdite di compagnie, spazi, teatri, Insegnanti, Operatori, Tecnici... Più a lungo termine probabilmente al finanziamento di creazioni, residenze, prove, organizzazione etc...riconoscendoli come tempi di lavoro fondamentali, più di quanto non avvenga.
Non sono molto azzeccato per dare consigli su come gestire l’economia legata ad i fondi ministeriali. Quello che posso dire è che è importante creare un gruppo unito e forte; evitando di creare la nascita di pesci grandi che prendono la maggior parte della torta e, di conseguenza la nascita di pesci piccoli che ne prendono solo un angomino. L’unione fa la forza. La solidarietà e la condivisione permette ad un movimento di crescere assieme ed equilibratamente in tutto il paese.
Non mi sento capace di rispondere riguardo a come dovrebbero essere investiti i finanziamenti. Come persona, cittadina, donna, lavoratrice vorrei uno stato che mi tutelasse in un momento d’emergenza come nella vita di tutti i giorni, ma questo non riguarda solo il circo contemporaneo, riguarda tutte le arti e tutti i mestieri e anche chi un mestiere nemmeno ce l’ha. Mi auguro che vengano stanziati fondi a sostegno, ma temo enormemente per come tali fondi vengano distribuiti.
In questo particolare momento in cui la possibilità di rappresentazioni dal vivo è ridotta all'osso prediligerei la spinta alla creazione e alla formazione. Investirei in produzioni in cui si possa scegliere veramente cosa fare seguendo il sogno artistico senza doversi confrontare con le ristrettezze economiche. Parallelamente finanzierei le strutture (teatri e festival) per adeguarsi a questa emergenza senza dover ricorrere all'uso dello streaming come unica soluzione.
In questo momento credo si debba agevolare lo spettacolo, facendo in modo che possa riprendere vita (se all'interno dei teatri ci potranno entrare solo la metà delle persone, utilizzare i finanziamenti per evitare che il biglietto costi di più e gli artisti ricevano ugualmente il cachet richiesto). A più lungo termine penso bisogni evitare il più possibile l'autoproduzione, quindi usare i finanziamenti per bandi e sovvenzioni alle compagnie/artisti in fase di creazione.
In italia in data 2019 sono stati stanziati 3.600.000 euro per tutto il settore circo (classico, conteporaneo, arte strada, festival, promotori, turnee estere,ecc.) Di questi 183.500 euro sono per la produzione e innovazione di circo cont. , a cui si sommano 85.800 euro per gli "under 35" del circo cont. Ricapitolando sono quindi 269.000 euro per la produzione e innovazione del circo cont. E tutto ciò sono fondi stanziati e ripartiti pre epidemia Covid.
Cercando di finanziare eventi a sfondo sociale e fare collaborazioni con enti o con associazioni che fanno parte di altre realtà e che possono toccare diversi aspetti. La danza ad esempio nel 2020 già ha fatto e fa tutt'ora collaborazioni di questo tipo e ha finanziato (sensibilizzando anche) diverse eventi sociali(grandi o piccoli che siano), avvicinandosi con un approccio diverso alle persone; anche di diverse età. Io in primis ne ho fatto parte.
Investire sulla creazione senza vincoli performativi in un momento in cui la performance é forzatamente in attesa. A lungo termine decentralizzare gli investimenti permettendo a realtà minori di affermarsi per costruire una serie di poli riferimento più ampia rispetto ai pochi centri su cui convergono la maggior parte delle risorse attualmente. Creare una distribuzione del circo più ampia che lo metta al pari valore delle altre arti performative.
Secondo me dovrebbero essere devoluti ai festival per: 1) Farsi conoscere e crescere. 2) In modo tale, essere trampolini per compagnie ed artisti emergenti. 3) Creare dibattiti con persone e pubblico per sensibilizzare ed arricchire. In più creare più concorsi per aiutare artisti emergenti e ragazzi (16/22 anni) per formarsi ad essere artisti competenti. Per aver cultura e intelligenza e non solo padroneggiare una o più discipline circensi.
Immediatamente per palliare gli effetti delle cancellazioni degli eventi culturali. In secondo luogo per aiutare le strutture, compagnie, collettivi, appunto, a strutturarsi, parallelamente a costruire un sistema organico di reti a tutti i livelli (formazione, creazione, circuiti,...) A lungo termine, riconoscendo il lavoro intermittente e gli effetti dell'"usura fisica" degli attori e attrici di circo contemporaneo.
Penso che dovrebbero esserci più fondi a sostegno della formazione artistica, più fondi che permettano di investire su strutture di residenza ed allenamento, investimenti su progetti e compagnie. Sicuramente un altra amara verità è che gli artisti dovrebbero avere un sussidio di intermittenza, visto che in emergenze come il covid-19, esce fuori quanto sia precario il nostro settore in Italia.
Parlo di scuola di circo. In questo momento servono soldi per poter offrire alle scuole di ogni ordine e grado (nostro grande bacino di reclutamento) laboratori gratuiti. E servono soldi per poter offrire corsi a chi è in difficoltà. A lungo termine? Servono soldi per investire maggiornamente in luoghi/spazi fisici di cultura per creare realtà indipendenti da politica e palestre comunali...
In questo momento di difficoltà dovrebbero essere investiti per dare la possibilità all'espressione artistica di non passare in secondo piano, nonostante teatri e centri di spettacolo stiano attraversando un momento difficile. Più a lungo termine, penso dovrebbero essere investiti in spazi, formazione e inserimento del meraviglioso mondo del circo sempre più all'interno del tessuto sociale.
Credo che principalmente dovremmo abitare i teatri (in italia esistono troppi spazi teatrali nudi non abitati da un associazione o gruppo), credo che dovremmo restaurare i teatri in modo da poter semplificare l'accoglienza di uno spettacolo di circo, credo che dovremmo creare nuove figure professionali che abbiano le competenze per parlare sia al pubblico che ai programmatori
Penso che dovrebbero essercene molti di più...finche sono così pochi sarà difficile riuscire a pensare alla soluzione migliore per investirli...se hai solo un euro non riuscirai a fare un pasto completo...un giorno prendi le carote e l'altro il caffè...se hai 5 euro e sai dove e come spenderli fai un pasto completo...se hai 50 euro mangi dove vuoi senza neanche pensarci
In questo momento, nel senso post crisi: per sostenere le strutture e aiutarle ad adeguarsi alle norme di sicurezza, in modo da fare circolare l'economia, e con sussidi agli artisti che non possono lavorare. Più a lungo termine: diffusione e promozione del circo contemporaneo con l'obiettivo di allargare la fascia di pubblico interessato al circo.
Credo che oggi mettiamo le basi per il futuro, ciò che facciamo oggi é utile per oggi e necessario per domani. Io credo che ci vorrebbero più programmazioni di spettacoli circensi nei teatri stabili, più spazi di allenamento e creazione ben strutturati, una rete di artisti che si autoconfronta quotidianamente a livello più che personale-privato.
L'individuazione dei destinatari di finanziamenti dovrebbe essere connessa a un'analisi capillare dei bisogni della comunità nei diversi territori. Il processo che auspico nella risposta alla domanda precedente potrebbe fornire una base e un metodo di analisi condiviso delle diverse realtà territoriali e delle azioni da finanziare.
Non ne ho la più pallida idea, ma credo sarebbe sensato chiedere un maggior sostegno essendo finalmente la quarta disciplina ministeriale. C'è però un grosso problema di policy makers all'interno del sistema circo italiano perché ai vertici c'è competizione; sarebbe bello che queste figure venissero bilanciate da altre.
Non conosco la situazione economica per il circo contemporaneo in Italia. Credo che ampliare i progetti di formazione circense, portare il circo alla cittadinanza in altre forme a parte lo spettacolo (esempio progetti comunitari di circo) possa essere una buona forma di investire e chissà dare più valore a questa arte.
Investimenti divisi equamente tra: piccole compagnie circensi contemporanee (direttamente), scuole di circo ludico-educativo che rischiano di chiudere e che formano ogni anni molti giovani, formazioni pedagogiche per insegnanti di circo in modo da abbassare i costi di partecipazione e avere più professionisti formati
Investire sul supporto alla creazione; creazione di spettacoli, di progetti, di associazioni, festival ecc. che col tempo possano creare una rete ancor più fitta e salda, pronta a affermare il circo contemporaneo come arte esistente, viva e di qualità. (spero valga come risposta) (#domandeancorapiùdifficili)
In questo momento, ma mi viene da dire anche a lungo termine, in spazi di residenza. E ovviamente in festival, teatri, rassegne, laboratori sociali, arte di strada... Ma manca una sorta di federazione a cui il circo possa fare veramente riferimento, che tuteli e accompagni l'artista in tutto il suo percorso
Per gli artisti, per il supporto tecnico-logistico, per le attrezzature, per specializzarsi, per i Festival e le manifestazioni, per la presenza perenne nei circuiti tradizionali e non. A lungo termine per un comitato tecnico-scientifico, per le scuole, per i docenti, per lo spettatore.
In questo periodo di “emergenza” nella creazione, e nell’adeguamento delle strutture (ad esempio, ripristino Chapiteau, server, etc) e del personale (corsi di formazione specifici del settore) A lungo termine nella creazione e diffusione, ma sono flussi che cambiano periodicamente.
Finanziamenti per far sì che lo spettacolo dal vivo si possa fare, con tutte le necessarie precauzioni e regole da far rispettare agli organizzatori di eventi, artisti e soprattutto al pubblico. Finanziamenti per i periodi di creazione/residenze artistiche degli artisti e compagnie.
Secondo me i finanziamenti dovrebbero puntare ad aumentare il numero di appuntamenti e festival, eventi più piccoli e contenuti, ma in maggior quantità. A lungo termine questo potrebbe portare ad una maggiore comprensione del valore anche dal punto di vista del pubblico spettatore.
In questo momento di emergenza serve sostenere le persone, dunque tutto quello che serve perché non cambino lavoro o, peggio, cambino vita. A lungo termine servirebbe un investimento nella creazione di organi che possano fare advocacy portando ai policy maker istanze bottom up.
A breve termine sostenere economicamente gli artisti. A lungo termine: accompagnamento alla creazione e alla diffusione di spettacoli di circo di creazione(d'autore); finanziare spazi di creazione adeguati; finanziare festival e creare più luoghi di allenamento.
Per aprire delle scuole professionali, investire nell'educazione del pubblico, ma anche nell'educazione dei futuri artisti e di quelli già affermati. Se educhiamo i giovani a vedere e fare il circo, lo rendiamo piu accessibile. Ampliamo il nostro pubblico.
In questo momento andrebbero investiti a sussidio degli artisti e degli operatori del settore che hanno dovuto interrompere la propria attività. A lungo termine, nella creazione di spazi per residenze, allenamenti o semplicemente di incontro e di scambio.
Bisognerebbe dare spazio a ogni artista e creare in futuro un fondo gestito per finanziare spettacoli e artisti che desiderano eseguire i propri spettacoli. Ovviamente facenti parte di una delle tante scuole o istruttori del territorio
Sostegno alla figura professionale (inesistente sul piano legale) dell'artista circense, alle strutture che creano e sostengono le realtà del circo contemporaneo; finanziare produzioni e progetti creativi, luoghi di incontro e lavoro.
Aiuto finanziario durante la creazione, per pagare le artisti, assistenza di viaggi, trovare un modo per tutti artisti, tecnici o personne che lavorano nell' arte a avere una assicurazione fisico perche il corpo e nostro material!
Al momento, pur nelle difficoltà, credo che i finanziamenti del Fus siano investiti correttamente. A lungo termine si potrebbe ragionare sui criteri di accesso al Fus, sentendo le parti in causa a partire dalle compagnie.
Per poter sostenere gli artisti nella fase di creazione dello spettacolo , per sostenere i festival italiani e per aumentare le opportunità di ricerca e incontro tra artisti ma anche tra artisti e pubblico
Creazione di luoghi e spazi fissi per la pratica del circo ed il sostegno alla creazione di compagnie già stabilite nonché una parte per la programmazione di spettacoli in teatri e sale cinematografiche
Per ora usare i finanziamenti per gli artisti dopo tutte le date perse e per dare loro maggiore tutela. A lungo termine per finanziare strutture di allenamento, formazione e residenza in tutta Italia
Creazione di un fondo di solidarietà per tutti quelli che non hanno lavorato causa covid e che non lavoreranno ancora per molto tempo. Creazione di uno statuto dei lavoratori del circo contemporaneo.
Per finanziare i progetti e le compagnie più piccoli ed instabili, mentre nel lungo termine serve un sostegno ai luoghi sia di formazione sia di condivisione tra artisti ma anche con il pubblico
Eventuale messa in sicurezza e riapertura di spazi dove esibirsi e sostegno alle compagnie o singoli che si trovino in una situazione economica tale da non riuscire a ripartire senza quei soldi
Fondi per la creazione di spazi indipendenti deputati al circo contemporaneo - Fondi per la creazione, la ricerca, lo sviluppo di spettacoli e progetti - Fondi per la creazione di scuole
Finanziare nuove produzioni e nuovi spettacoli, finanziare strutture che organizzino rassegne annuali, rendere i teatri esistenti tecnicamente a norma per ospitare spettacoli di circo,
Sicuramente sull'istituzione di "Atenei" e Residenze dove il Circo possa essere studiato, possa svilupparsi, spazi adeguati alla necessità di produrre SAPERE legato al mondi del circo.
Credo che debbano essere investiti negli eventi in generale, simulare una cosa simile alla Francia come l'intermittenza, e stanziare denaro per le scuole, magari rendendole gratis.
Penso che ora si debba investire su proposte digitali (spettacoli ma anche formazione), più a lungo termine si dovrebbe investire sulle scuole e sui festival, affinché non muoiano
Investire di piu nelle formazioni di circo contemporaneo amatoriali, professionali e scolastica - creare una sorta di "disoccpazione" per gli artisti con determinati requisiti -
In questo momento: nascita di un’associazione coordinante e tutto ciò che implica. A lungo termine: diffusione dell’arte e dello spettacolo circense nella cultura italiana
Sicuramente spazi per la creazione e residenze; supporto economico agli artisti rivedendo i termini per accedere alla nostra disoccupazione (vedi intermittenza francese..)
Strutturazione delle compagnie - Investimento sui luoghi che possono ricevere circo - Propaganda nei teatri sul circo contemporaneo - Drammaturgia e scrittura per la scena
Riutilizzare luoghi abbandonati e metterli a norma creando luoghi specifici, adatti ad ospitare spettacoli e residenze che abbiano ricadute sistematiche sul territorio
Per una via più salutare verso la sperimentazione per la educazione con lo spettacolo per tutti(no tv). Per un riconoscimento Nazionale e magari anche Internazionale.
Nella formazione degli artisti di circo e nelle residenze di creazione, affinché i soldi siano investiti adesso ed abbiano anche una risonanza sul lungo termine.
Sostegno agli artisti nei periodi di prova, consolidamento e riconoscimento delle strutture di formazione, investimento nella programmazione del circo a teatro
Sia nei posti che già esistono di creazione, per l'accoglienza degli artisti e per la produzione di festival per che i biglietti per il pubblico siano meno cari
Sostegni a chi si occupa di formazione che oggi sono inesistenti, sostegno a eventi e iniziative che vadano nella direzione di una integrazione tra le realtà.
Concedere a chi opera nel settore dei finanziamenti per la diffusione che siano specifici per il settore e non generalizzati nell’ambito “cultura” o “teatro”
In questo momento di teatri chiusi sarebbe piu intelligente finanziare la creazione i ,a più lungo termine, aiutare gli spazi per comprare queste creazione
Sicuramente nella creazione e in spazi adeguati per la creazione, nei festival e nei teatri che vogliano programmare spettacoli di circo contemporaneo
Nella diffusione, produzione, di spettacoli di qualità, italiani o meno. Nella creazioni di poli circensi, di sindacati per lo spettacolo di circo.
In primo luogo per non far restare all'estero persone che tornerebbero in Italia, secondariamente per sviluppare i canali comunicativi e le offerte.
Sostenere a fondo perduto le attività per permetterne la sopravvivenza. A lungo termine sostegno a progetti pluriennali, oltre l'ottica annuale
Più spazi - più appoggio al progetto di ricerca e alle residenze artistiche - più competenza nell'ambito professionale e non solo scolastico
Per strutture per compagnie in creazione. Per aiutare chi debutta a iniziare ma senza obblighi sulla parte artistica. Supporto per festival
Non lo so con chiarezza ma penso che in generale bisognerebbe aiutare gli artisti italiani a rimanere in Italia e creare più eventi.
Nella residenza e sostegno delle compagnie, nella programmazione al di fuori dai festival specializzati, a corto, medio e lungo termine
A breve termine finanziamenti a sostegno dell'adeguamento (dispositivi di sicurezza) delle scuole di circo all'emergenza sanitaria.
Solo nel sostenimento delle scuole e degli studenti o nell'acquisto di materiale di base sia momentaneamente che a lungo termine.
Non conosco bene come vengono gestiti i finanziamenti in italia, di conseguenza non sò come dovrebbero essere gestiti.
Cooproduzioni da parte di entri culturali, statuto d'artista, formazioni riconoscute per le scuole anche amatoriali
Rafforzare e potenziare i sistemi previdenziali esistenti e tentare un level up sul modello di esperienze europee
Purtroppo sono contrario a finanziamento pubblico per le ragioni che Gino Strada reputa valide per la salute
Nei festival di circo, per poter garantire agli artisti essere pagati cuanto vale il. Loro spettacolo.
Formazione, distribuzione/produzione, strutture fisiche. (le medesime del punto precedente, di fatto).
Più accompagnamento per le realtà esistenti, teatri compagnie festival senza dimenticare i giovani.
Nell'immediato bisognerebbe tutelare i lavoratori; a lungo termine, vedi la domanda precedente
Sostegno annuale, un sistema simile allo stato francese o belga, o comunque qualcosa di simile
Formazione post scuola. opportunità di creazione simili a puntata zero. Festival dal basso.
Non ne so così tanto, ma direi investire sulla creazione di progetti e sui festival.
In direzioni che soddisfino le necessità condivise trasversalmente (punto precedente)
In scuole ed in spazzi appositi dove è possibile esibirsi ed allenarsi liberamente.
Spazi di creazione adeguati e aiuti a compagnie emergenti senza limiti di età.
In spettacoli teatrali che coinvolgano un pubblico non consapevole del settore
Per strutture, luoghi di ritrovo e allenamento, per le paghe di tutto lo staff
Alle compagnie, a spazi adeguati, alla programmazione di festival di qualità.
Creazione di spazi per residenze, allenamento e incontro, bandi, festival.
Sostegno alla diffusione, alla ricerca, alla creazione e alla formazione
Si dovrebbe investire in spazi gratuiti per alenarci, creare e parlare
Boh.... Non ci azzardiamo a rispondere, non abbiamo le competenze...
Nel sostegno alle attività per il pubblico e alla libera formazione
Per la produzione di spettacoli, la formazione e circo ludico
Creazione di poli di circo su tutto il territorio nazionale
Rivalutando spazi e modalità di fruizione degli spettacoli
Sostegno agli enti di programmazione, non solo festival.
Spazi per allenarsi - spazi di accoglienza per artisti
Spazi adeguati (sia per spettacoli che creazione)
Diffusione spettacoli scuole di circo e compagnie
Sostegno alla diffusione e alla produzione.
Per finanziare le compagnie.
Nelle residenze artistiche,
Formazione e residenze.
Creazione e diffusione
Non saprei rispondere
Regia e promozione
Non so rispondere.
Scuole e festival
Vd
Vedi sopra
Non lo so
Il mio ruolo in questo momento può essere quello di partecipare e/ o creare tavoli di confronto per parlare di azioni precise rispetto ai nostri diritti.
Proporre nuove modalità di fruizione per il pubblico e nuovi format dì abbonamento/sostegno degli eventi da parte del pubblico.
É molto difficile per me essendo alla fine interrotta di un percorso di formazione, ma credo che qualcosa che somiglia ad una conclusione mi avvicinerà a una presa di responsabilità più pratica. Essendo parte della cosiddetta nuova generazione di circensi credo che un possibile ruolo potrebbe essere quello di "pubblicizzazione" e avvicinamento del pubblico sfruttando metodi non sempre accettati o apprezzati da artisti con più esperienza. Non avendo un passato o un nome da proteggere forse potrei permettermi di "rinnegare" le consuete strade di approccio per un breve periodo, nella speranza che il sacrificio valga la pena e avvicini altre persone al nostro pubblico, così da trasformare un problema in una possibilità e sfruttarlo al meglio. Certo sarebbe necessario per questo nuovo pubblico una istruzione, ma temo che questo sarà qualcosa che dovremo tenere in considerazione almeno per i prossimi dieci anni.
Come studentessa e parte di quei "nuovi" artisti, penso dovrei pensare ad adattarmi alle situazioni, in tempo di covid e no. Essere meno "radicale" dal punto di vista "questa é la mia specialitá" e rendermi pluridisciplinare in tutti i sensi, raggiungere luoghi di performance non comuni, creare comunità di artisti per parlare insieme di come "reiventarci". Talvolta l'artista di circo, abituato a studiare, osservare, dare feedback...diventa ipercritico ed individualista. Il mio ruolo, non sola ovviamente, sarebbe di provare a dare una voce all'arte che amiamo che sia unita nella comunitá circense. Evitare di diventare con la puzza sotto il naso modello francese, ma essere una "popolana" del circo, il cui obbiettivo non é far vedere quanto sono bella e contemporanea, ma innalzare e rafforzare le gambe del circo con il mio appoggio.
Questo che mi state conferendo: testimone di categoria. Poter dire la mia ed avere delle domande guida per potermi esprimere. Sto partecipando, mi sento parte attiva e non avevo questa possibilità una settimana fa, o almeno non me la ero cercata (quindi grazie!!). Come scritto precedentemente trovo che in quanto studente in uscita da una scuola potrei esprimere le carenze riscontrate durante la formazione, partecipare quindi ad un forum di incontro tra scuole di circo dove agli studenti sia chiesta la loro opinione. Soprattutto se hanno vissuto esperienze diverse in scuole e paesi diversi. Ancor di più se tra una scuola e l’altra hanno studiato o lavorato o fatto tutt’altro che circo contemporaneo. Penso che gli studenti possano aprire gli orizzonti delle formazioni e favorire il miglioramento delle stesse.
In quanto artista attiva e attivista, sostengo la presenza e la partecipazione nella progettazione di azioni collettive e nelle riunioni di confronto e costruzione di nuovi spazi di dialogo intersezionale. Credo negli organi di rappresentanza, ma solo nel momento in cui i settori si organizzano per "gruppi" e "sottogruppi". Ogni ruolo del circo ha bisogno e diritto ad una voce nel dialogo interno, con altri settori, con le istituzioni. Il ruolo di "agente" di circo è un ruolo attivo per definizione, per cui credo nella presa di posizione assembleare e nella responsabilizzazione personale, riflessa poi in una rappresentanza dinamica. Non c'è spazio né per la passività né per l'idolatria, nel momento in cui si progetta un'affermazione sociale collettiva.
Mi piacerebbe poter votare in quanto artista delle proposte di legge riguardo la ripartenza del settore. Per fare ripartire il settore, invece di rischiare di metterci tutti dietro uno schermo e uccidere il l’anima dello spettacolo dal vivo proporrei che il governo ingaggiasse delle compagnie e mettesse a disposizione dei fondi per delle rappresentazioni “intime” es: ospitare degli artisti che presentino una creazione in situ nel giardino o nel salone di una casa. E per non rendere ancora più elitario di quanto non lo sia già l’accesso agli spettacoli, proporrei la programmazione di spettacoli nei cortili interni di stabilimenti popolari, al centro il “palco” con meno di 10 artisti inscena e tutto il pubblico sui propri balconi.
Il mio ruolo da Insegnante è appassionare e rendere consapevole la mia utenza, trasmettendo tanto contenuti tecnico-educativi legati ai contenuti delle Discipline Aeree, quanto buone prassi di sicurezza, fari utili a sostegno della catena di produzione Artistica, cercando di infondere valori positivi e di riconoscimento nei confronti di tutte le figure che professionalmente si spendono, con tante traversie, per la crescita di realtà artistiche che nulla hanno da invidiare alla coreutica ad esempio, o ad altre espressioni artistiche attraverso la fisicità del corpo. Rendere necessaria la ricerca di CONTENUTO delle performance e provare a fare la mia parte nella formazione di una coscienza critica da parte del pubblico.
Vorrei essere in prima linea. Credo sia importantissimo come aspirante artista o comunque come persona la cui principale fonte di reddito è il circo, che sia io in qualche misura a parlare di ciò che mi riguarda. Io e chiunque altro voglia fare lo stesso: Tecnici, Artisti con chapiteau, Scenografi, Artisti di strada, ogni operatore della filiera dello spettacolo dal vivo, aiutati ovviamente da gente presente attualmente in politica come alcuni senatori che avanzano regolarmente proposte per la cultura (anche se con scarsi risultati, purtroppo) o personalità come Paolo Stratta che già sono a capo di Associazioni di rilevanza nazionale, tentando di coprire i bisogni di ciascuno e creando una stabile rete tra di noi.
Non posso sicuramente essere fra le "voci grosse" di questa comunità circense italiana (non ho fatto una scuola di circo, faccio spettacolo in piccole compagnie o da sola, seppure penso di distinguermi in qualità e professionalità), però posso aderire a campagne comuni di scuole e compagnie più grandi (se discusse insieme alla comunità di circo senza esclusione di nessuna categoria e se ne condivido le modalità). Con la mia "voce piccola" posso lavorare tanto nella "piccola comunicazione": posso portare il messaggio giusto della ripartenza del settore ai miei clienti, ai miei spettatori, ai miei allievi, ai miei colleghi, ai miei amici.
Mi piacerebbe poter partecipare a dei tavoli di lavoro, forse in qualità di uditrice inizialmente, essendo la mia esperienza e conoscenza del settore ancora piuttosto limitata. Penso che rispondere a questionari come questo, e forse ancor più specifici, per raccogliere le singole esperienze, possa essere un modo per partecipare attivamente e permetterebbe di avere un quadro della complessità della realtà di cui facciamo parte. sicuramente per scrivere delle buone regole bisogna tenere conto anche delle attuali problematiche e esigenze di noi artiste/i, il mio ruolo penso possa/debba essere quello di raccontarle.
Col cuore in mano direi che non ho voglia di fare il sindacalista, che non ci sono portato e che sogno un mondo in cui ognuno possa vivere in tranquillità senza lotta sociale ma sì, capisco che per ottenere questo c'è bisogno di gente che si sbatta e quindi boh... di sicuro ho bisogno di essere trainato sull'argomento perché di mio avrei la tendenza a tirare a campare. Detto ciò però, non sono un coglione e il mio contributo alla causa lo do molto volentieri, come? Boh, disponibile per tavole rotonde e per eventualmente altro (sinceramente non so neanche bene come potrei essere utile).
Innanzitutto informarmi il più possibile sulla situazione "circo contemporaneo italiano" come è stata fin'ora, cosa su cui mi sento ancora abbastanza ignorante. E da qui in poi tenere le orecchie e gli occhi aperti per capire i cambiamenti che ci saranno; attivarmi il più possibile quando avrò la possibilità di dare la mia opinione; aderire a determinate iniziative o meno quando ci saranno; essere attivo sui social e online in maniera produttiva (compilando questo questionario ad esempio) ecc.... In poche parole, non guardare passivamente cosa succede al mondo di cui faccio parte.
Personalmente non credo di avere un ruolo importante o influente. personalmente mi sento molto poco toccato da questa pandemia. Comunque mi sento toccato molto poco da questa pandemia, ed è per quello che trovo che non deve essere io a dire cosa deve succedere. Mi sono mancato un po’ di mesi di scuola, ed è peccato, ma non ho avuto problemi di soldi, residenze, annullazione, etc… Se doveva succedere questa pandemia è successo nel momento giusto della mia vita in somma. quindi credo che il mio compito sia una ruolo di sostegno per quelli che hanno avuto problemi, in qualsiasi modo.
Vorrei ritrovare un ruolo attivo e propositivo in questo momento storico. Devo però obbiettare la mia ignoranza sulle tematiche economiche e legislative che costituiscono la parte centrale di questa proposta. Credo comunque che il sotto-settore di cui faccio parte (ovvero gli artisti appena svezzati) debba impegnarsi a comprendere queste tematiche il prima possibile, in modo da creare una coscienza sociale di base. Che servirà per possibili dibattiti o dimostrazioni a sostegno di colleghi più navigati e impegnati in lotte che riguardano le sopracitate.
Mi piacerebbe molto essere parte di possibili tavole di lavoro, ma sono cosciente del fatto che vivendo all'estero è difficile avere una visione attuale dello stato delle cose e delle necessità che ci sono. Se da un lato sento la necessità di essere parte attiva della comunità circense italiana, mi sembra forse più rispettoso lasciare spazio alle persone che stanno vivendo e operando in Italia, che ammiro e stimo moltissimo. Ad ogni modo, mi farebbe piacere contribuire e mettere al servizio della collettività le mie esperienze.
Opinionista per esperienza e studio. Mi piacerebbe avere un ruolo attivo nella discussione "il circo contemporaneo a tutte le età" Il percorso fatto in questi ultimi 10 anni mi ha dato modo di portate cultura e conoscenza in diversi ambiti (artistici, scolastici, sportivi e olistici) sull'importante delle integrazioni tra cultura, conoscenza, apprendimento, facilitazione, discipline, comunicazione, contatto e relazione. Referente settore integrazioni sul movimento nelle diverse fasce di età dall'infanzia all'anziano.
Penso che il circo contemporaneo non si trovi, ora (emergenza Covid), in una condizione differente da prosa, musica, danza... e che i problemi post-covid saranno gli stessi del pre-covid. Faticando ad immaginare nuove condizoni e nuove regole, non vedo un mio utile ruolo specifico. Credo che l'unica novità (?) - intravista nel periodo covid e praticabile per tutte le arti performative - possa essere l'eventuale produzione di videocreazioni vere e proprie (pur con tutti i dubbi personali che nutro sulla "virtualità").
Mi piacerebbe sicuramente avere un ruolo nel cammino di crescita del circo contemporaneo Italiano, per esempio tornando per viverci e lavorarci, ma non so bene identificare il mio ruolo. forse una azione personale sarebbe quella di non accettare compromessi insufficienti, che oltre a essere potenzialmente inconvenienti personalmente, aiuterebbero a denigrare ulteriormente la figura dell'artista circense. ecco mi piacerebbe offrire professionalità, pretendendo "rispetto". (#domandeultramegadifficili)
Avvicinarmi alla realtà delle persone che non hanno familiarità con questo mondo e con l'arte, mostrando che c'è di più di quello che vedono e coinvolgendoli in performance o eventi (possibilmente gratuiti), cercando di non avere il solito "schema" performer e spettatore ma che entrambi possano essere e sentirsi sullo stesso piano di ascolto e di comunicazione. Alla fine quello che facciamo e mostrare la nostra realtà ad un altro, ma senza pensare di chiedere cos ne pensa l'altro.
In quanto insegnante di circo ludico-educativo, assicurarmi che la ripartenza avvenga il prima possibile (con le misure necessarie), e che non sia l'ennesimo caso in cui il circo venga considerato secondario. Intendo dire, un caso è che non vi siano realmente le condizioni per svolgere le attività, un altro caso è che lo Stato non ci prenda nemmeno in considerazione. E a quel punto chi sarà a dettarci le regole di cosa fare e cosa no? Noi stessi forse?
Non so bene cosa rispondere, essendo ancora allieva di scuola non mi sento ancora particolarmente utile al "vero" mondo del circo, ma per come voglio fare io circo e per le mie idee del mondo penso che potrei usare il mio modo di essere per creare comunicazione, più consapevolezza e più organizzazione tra i giovani circensi e se si creasse un gruppo un po' piu "politico" mi piacerebbe impegnarmi per gestire anche azioni e attività dal basso.
- Tessere un legame tra artisti italiani per valorizzare le ricchezze del territorio. Sviluppare un Circo locale, mettersi in rete (come Cordata FOR ?!) - Proporre spettacoli di qualità all’altezza delle nostre rivendicazioni. Sensibilizzare il pubblico - Dare voce agli operatori che rappresentano il nostro lavoro e che, conoscendone la realtà (necessità), sono in grado di venderlo davvero. (Filippo Malerba, Elena Burani..)
Posso essere un buon interprete/referente della situazione in Friuli Venezia Giulia. Il mio impegno in regione si concretizza nella direzione di Circo all'inCirca e nell'amministrazione di Brocante, nonché nel costante dialogo con gli stakeholder regionali. Forse posso anche essere un politico, impegnato a delineare strategie di advocacy; oppure un teorico, contribuire con un punto di vista meno concreto e più intellettuale.
Io mi trovo ad essere singolo artista, ma anche responsabile di compagnia, responsabile e insegnante di una scuola di circo, nonché organizzatore di piccole rassegne e di un festival di arti di strada e circensi. Potrei dare il mio contributo facendomi portavoce delle mie esperienze e di che ha collaborato con me, così come fatto in precedenza in alcune situazioni dello spettacolo dal vivo della regione Puglia.
Io ho un' Associazione Sportivo Dilettantistica e come insegnate e direttrice della scuola ho fatto molta esperienza su quelle che sono le criticità italiane di questo settore. Sicuramente la parte fiscale è davvero importate. Ma mi rendo conto che anche la collaborazione fra le varie scuole italiane sia necessaria. Un confronto per capire quali siano le problematiche e le risoluzioni possibili.
Il mio contributo potrebbe essere quello di aiutare ad allestire gli spazi, ad "ingentilirli" con le mie attività ( pensate soprattutto per bambini e famiglie). Spazi che ora si son fatti più dilatati, distanti e a volte tristi. Con il mio lavoro posso contribuire a renderli fruibili con la gentilezza del gioco, cercandone una nuova vita, colorata e coinvolgente, valorizzandone i vuoti.
Riavvicinarmi all'ambiente del circo italiano per mantenere un rapporto costante con i suoi componenti. non credo di poter ricoprire un ruolo vero e proprio (anche se non so se capisco bene cosa intendete) per la stesura di nuove regole, ma credo che la condivisione di fatti, saperi, conoscenze, vittorie, sconfitte e sistemi, possano funzionare da esempio per essere imitati o rigettati.
Non mi immagino un ruolo ben preciso, ho molta poca esperienza a riguardo. Ho molto fiducia negli artisti che mi sono vicini in questo periodo. Un ruolo che probabilmente mi si addice è aiutare secondo le mie potenzialità e carattere. A volte avere una persona poco competente ma con voglia di imparare, allegra e presa bene, risulta molto meglio di una competente ma poco entusiasta.
Andare più verso la gente meno verso lo stato, non voglio smettere di fare spettacoli in teatro, ma voglio smettere di sempre aspettare che un istituzione me chiama per andare da qualche parte! Si voglio crea mini festival posso farlo, penso che dobbiamo creare cose insieme più compagnie siamo a fare piccoli progetti social più saremo a decidere come sarà il futuro!
Un ruolo attivo di portavoce delle necessità dei lavoratori del settore, un portavoce delle difficoltà presenti sul mio territorio che in particolar modo presenta forti carenze di strutture dedicate al settore, un ruolo attivo nella progettazione di una modalità di fare spettacolo che possa adeguarsi alla situazione del momento e che preveda le precauzioni del caso.
Credo che il mio ruolo sia di comunicare con il pubblico in modo tale da riportarlo in teatro a rivedere uno spettacolo, Credo che il mio ruolo si di toccare il pubblico e convincerlo che un altro spettacolo come il mio è da vedere, credo che il mio ruolo sia di parlare con gli artisti e fargli capire che siamo lavoratori dello spettacolo.
Difendere il mio ruolo d'artista (non posso sapere come funziona un festival o una rassegna teatrale nel pratico, quindi meglio se riconosco i miei limiti) e pensare ad una visione che punta alla professionalizzazione del mestiere in Italia (siamo esseri geografici e storici) per poter riscrivere le regole INSIEME
Ora mi trovo all'estero, ma sarebbe bello per me tornare in Italia con lo spettacolo che sto creando con due mie compagne (una finlandese e una svedese) e portarlo in scena nei vari luoghi per aumentare la consapevolezza tra le persone che ci sono diversi tipi di circo e spettacolo.
Informarmi bene e farmi la mia idea precisa e 'lottare' in base le mie idee, come si lotta per qualsiasi diritto mancato, continuerei a fare quello che mi piace con i mezzi che ho. Quindi nella stesura vera e propria non penso c'entri io a meno che non mi do ad altri campi di studio.
In questo momento partecipiamo a diversi tavoli di discussione in merito, fra i quali quelli organizzati da Spazio Pubblico dal Vivo. Il compito che crediamo sia necessario assolvere in questo momento è quello di rendersi attivi e partecipare a processi di elaborazione collettiva.
Credo dovrei/potrei essere interpellata da chi si occuperà di redigere le nuove regole. La mia esperienza riguarda il circo di creazione per la sala dal punto di vista dell'autore-interprete, rappresento una sottocategoria all'interno di un panorama più ampio e complesso.
Partire da condivisione di idee e opinioni nelle piccole realtà di cui faccio parte, per poi assistere a un confronto tra tutte le realtà circensi italiane e permettere all’insieme delle nostre voci di avere effettivamente la possibilità di agire per cambiare le cose.
Il mio ruolo personale non saprei bene quale potrebbe essere ma di sicuro mettere a disposizione la mia esperienza come artista in scena, come lavoratore dello spettacolo dal vivo, per aiutare chi nel pratico si metterà ad immaginare queste nuove norme.
L'impegno in prima persona a fare proposte, a partecipare in maniera attiva alle questioni riguardanti il settore del circo contemporaneo. sentirsi parte attiva porta a prendersi più cura e a prestare più attenzione alle questioni inerenti al settore.
Essere chiamato (magari non io in particolare, ma chi fa circo da almeno 10 anni) a partecipare ad un tavolo di lavoro, per fornire le competenze raccolte negli anni, in modo che chi dovrà legiferare sappia di cosa si sta parlando... più o meno.
Nel nuovo settore le regole devono essere divertirsi e crescere. L'artista a come obbiettivo il creare uno spettacolo che sia anche una storia che tenga lo spettatore entusiasta e per questo penso che bisogna creare nuove linee guide.
Dare la stessa importanza alla scena italiana che a quella francese in cui lavoriamo attualmente. Partecipare a dei processi di creazione in Italia e difendere il lavoro di creazione degl'artisti italiani. Essere presenti.
Quello di essere disponibile, di parlarne e di agire. Sarebbe da mandare delle proposte a ciascun comune per fargli sapere che siamo ancora qua, pronti a andare a lavorare e per ricordare loro quanto l'arte sia importante.
Temo di non avere ne una conoscenza ne una esperienza sufficienti del settore, del diritto e degli aspetti più concreti per avere un ruolo in questo compito...tuttavia mi offro volentieri come scriba/correttrice di bozze.
Sensibile di fronte al panorama attuale, essere partecipe del cambiamento che sta vivendo il settore, impegnarmi a implementare arte circense dal vivo, nutrire la mia subcultura contaminandola trasversalmente.
Non saprei, credo votante delle proposte interessanti. Forse riferire ciò che succede nelle regioni in cui accadono le cose per gli spazi di circo della mia regione dove siamo in perenne periferia.(marche).
Difendere il proprio mestiere rispettando le regole che verranno decise, essere responsabile nei confronti del proprio pubblico, essere propositivi tenendo conto delle misure di sicurezza già esistenti.
Testimoniare la valenza del circo come strumento educativo e inscindibile dal tutto, portare la mia esperienza all'estero per condividere modalità d'insegnamento con collegh* delle scuole italiane.
Mi piacerebbe essere parte di un tavolo di mediazione che va a discutere con le istituzioni, una sorta di sindacato che discuta di tutele, soluzioni e nuove possibilità per il circo contemporaneo.
Ricollegandomi alla prima domanda forse una semplice lucetta che ricorda per chi si sta cercando di ricreare nuove regole. Mai dimenticare che non esistiamo senza il pubblico.
Non avendo molto a che fare molto con l'italia non sto e non credo avrò un ruolo molto attivo in quella fase ma posso offrire il mio supporto e aiuto a chi ritengo meritevole.
Partecipazione attiva e disponibilità a dialogo, confronto e finalmente impegno nel concretizzare la creazione di un punto di partenza condiviso da tutte le realtà coinvolte.
Condividendo la mia piccola esperienza, confrontando la realtà italiana con le realtà estere che ho conosciuto e con le quali mi sono trovata a lavorare o ad interagire.
Sono pronta a discuterne e fare parte di un insieme. Sono molto giovane ed acerba, ed il mio ruolo ancora devo scoprirlo mi sa...ma sono appassionata e perseverante!
Portare avanti lo spirito artistico. Non lasciarsi morire o abbattere dalla situazione. Affermare che il circo contemporaneo esiste e porta bellezza e meraviglia.
Un ruolo marginale, se non quello di supportare il più possibile in qualità di spettatore nuovi progetti e partecipare a sondaggi ed eventi sociali come i vostri.
Vivendo in Francia non penso avere un gran ruolo : penso che il futuro delle circo in Italia viene da dentro (degli italiani o degli stranieri vivendo in Italia).
La visione di una persona agli inizi, che può aiutare a capire cosa può essere utile cambiare per agevolare e aiutare chi vuole fare questo del proprio lavoro.
Sensibilizzazione delle persone di quanto sia importante la cultura in un periodo del genere invitandole a tornare a teatro e a vedere spettacoli all' aperto.
Certamente sarò "vittima" delle nuove regole e pensare a quale sia il mio ruolo nella stesura mi è molto difficile. So che è una non risposta, chiedo scusa.
Cercare di aprire lo spazio il più possibile a esperienze di circo contemporaneo, consapevole che tutto il settore dello spettacolo dal vivo è in emergenza.
Sostegno fra gli artisti, capacità di rinnovamento, idee intuitive avendo una visione più grande in testa di un pensiero astratto da rendere reale.
Non credo che io debba avere un ruolo in questo. Forse potrei consigliare o semplicemente confrontarmi con voi qualora ne avessi l'opportunità.
Direttore mega Generale del congresso, ma posso anche accettare di essere partecipe e dire la mia se ci sarà una riunione per la scrittura. 😉
Mi piacerebbe poter attivamente proporre riflettere e condividere la mia esperienza che ho maturato tra Belgio e Francia negli ultimi 15 anni.
Riflessione e operatività su temi quali la gestione e organizzazione del lavoro tecnico e logistico, la produzione, la sicurezza sul lavoro.
Collaborare nella definizione di modalità di lavoro nell'insegnamento e nella gestione di uno spazio adibito al circo ludico-educativo.
Sicuramente sensibilizzazione continua con le persone che incontriamo quotidianamente; non saprei descrivere un mio ruolo preciso ora.
ah siamo noi che dettiamo le regole? Da come vanno le cose non mi sembra così. Detto ciò non mi riconosco un ruolo specifico e concreto.
Credo sia importante che per la stesura di nuove regole siano seduti attorno ad un tavolo tutti i lavoratori della filiera del circo.
Reinventarmi, creando e facendo spettacolo. Tornando ala semplicità di quello che amiamo e che vogliamo condividere con un pubblico.
Difendere il mio essere artista, tornare a svegliare le persone per fargli capire l'importanza della cultura (no culture no future)
COME ADDETTO AI LAVORI PENSO CHE SIAMO NOI CHE DOBBIAMO CREARE LE REGOLE PERCHÉ SAPPIAMO QUALI SONO LE CRITICITÀ DEL SETTORE.
Continuare a dare il meglio sul palco , restando unito a altri artisti e amici per comprendere meglio le diverse difficoltà.
Non so, forse anche solo essere coinvolto in un confronto di idee sula base della propria esperienza (come in questo caso).
Lavoratore della strada rispettando le norme in ogni posto così la gente può continuare ad essere stimolata dal circo.
Il mio ruolo in quanto artista e' di definire la mia visione sull'argomento e di difenderla attraverso il mio lavoro.
Condividere esperienza, aprirsi al confronto e creare rete per riuscire a rendere più accessibile l'informazione.
Non ne ho idea. Posso dire che sono disponibile al confronto, e che forse non conviene partire dalle regole...
La stesura di nuove regole è responsabilità di tutti, a partire dal giocoliere al semaforo fino al Ministro.
Portare l'esperienza delle districanze burocratiche per facilitare in unica normativa a livello nazionale.
Non credo di avere competenze di questo tipo, sono molto più inquadrato in ambito creativo e pedagogico.
Manifestante? mi trovi impreparato, però sostengo il circo e sono pronto a mettermi in gioco per esso.
Sensibilizzazione e divulgazione dell'argomento "circo in Italia" o semplicemente "circo" in italia.
Assieme ad altri artisti ragionare su possibilità innanzitutto per essere ascoltati e rappresentati.
Non chiederti cosa il circo debba fare per te ma cosa tu puoi fare per il circo: farò il circense.
Sicuramente mi piacerebbe essere un uditore e appoggiare azioni concrete che si fanno a rispetto.
Eh, per un artista di 24 anni, che sta iniziando, con base all'estero, al massimo di supporto.
Io posso dare supporto esterno nel sostenere mia figlia, non credo di poter avere altro ruolo.
Far parte di gruppi di lavoro che siano fonte creativa e stimolino la creazione di reti solide
Confronto e discussione in base alla nostra esperienza nei quartieri periferici cittadini
Purtroppo non mi sento in grado di apportare un grande contributo a livello normativo
Semplicemente quello di esprimere il mio punto di vista da artista e le mie esigenze
Potrei parlare del mio territorio e spiegare le possibilità che può offrire ad esso.
Partecipare a riunioni per elencare una serie di punti su cui fare le nuove norme
Difendere lo spettacolo dal vivo come forma di scambio di presenze e vibrazioni
Spero di riuscire a strappare un sorriso a qualcuno prima della fine dell'anno
Non penso di avere un peso che possa influire nella stesura di nuove regole.
Progettazione, ricerca di nuove strategie, comunicazione, divulgazione
Il mio ruolo è di attrice e clown.. Potrei fare una presentazione
Contribuire sulla base dell'esperienza di insegnante e performer
La condivisione della mia esperienza e del mio impegno personale
Teorico, indagatore e valorizzatore dello spettacolo dal vivo.
Finito il periodo di formazione cercare di lavorare in Italia
Di chi opera nell'ambito della formazione di circo dal 2000
Nessuno, ma sarei contenta di ascoltare nuove istanze
Tutor sui processi artistici nella loro fase iniziale
Quello di tutti gli addetti Nell ambito del confronto
Non mi sento proprio in grado di fare nuove regole
Aiutare nella riorganizzazione e stesura regole
Nessuno, sono svuotato, devo riprendermi.
Il puntino di yang nello yin e viceversa
Portare l'esperienza francese in Italia
Partecipante a tavole di discussione.
Propositore delle stesse (le regole)
Artista facilmente raggiungibile.
Posso riportare la mia esperienza
Lavorare per creare questi spazi
Mi dispiace, non ne ho idea.
Domanda molto interessante!
Promozione e divulgazione
Quello che porta il caffè
Mente che ragiona e pensa
Non saprei rispondere
Provare, agire.
Non ne ho idea
Non so dirlo.
Nessun ruolo
Consigliere
Non lo so.
Artista
Non so!
Non saprei
Come Italiana , residente in Francia , con la voglia di ritornare in Italia un giorno , con il mio lavoro e le mie esperienze , mi sento in dovere di informarmi e difendere i diritti del mio settore lavorativo nel mio paese d’origine , ora come ora , entrando in un circuito di colaborazione , comunicazione e proposte, firmando petizioni e manifestando al mio rientro in Italia.
Al momento io mi trovo confusa su questo aspetto per mancanza dei miei soliti mezzi di lavoro. Non posso insegnare dal vivo (mi sono trovata costretta dalle condizioni a farlo online, anche se mi è piaciuta comunque l'esperienza... ma non è paragonabile a un incontro e comunque non tutto si può fare online nella qualità a cui sono abituata a lavorare). Non mi posso esibire dal vivo e per quanto i video siano belli da fare e da montare, non è questo il lavoro che ho scelto di fare. Quindi mi trovo un pochino senza mezzi o, quanto meno, senza i soliti mezzi con cui di solito lavoro e comunico. Il web è sicuramente una via facile, veloce e valida a cui pensare, ma in realtà è appunto qualcosa di diverso dalla vita che ho scelto. Il mio timore è che ci stancheremo prestissimo di usare il web, aumentando la nostra nostalgia del ritorno alla nostra professione. Bisogna reinventarsi, seppure mantenendo le proprie radici, in tempi di difficoltà. È giusto. Però non vedendo la fine di questo periodo ho timore che questa cosa non sia temporanea o delimitata, che la strategia da usare sia piuttosto un cambiamento. Non voglio cambiare lavoro, semplice. Non so dare una risposta in merito per questi motivi. Sono sincera.
Qui in Valle d'Aosta le varie categorie di arti performative, dalle danza al teatro al circo si sono unite per avere delle risposte dalla Regione. Su diversi punti, quali: una riforma delle posizioni fiscali del lavoratore dello spettacolo, dell'insegnate nelle varie categorie, il riconoscimento del lavoro non solo durante lo spettacolo ma anche nei momenti di preparazione e creazione come in Francia "Intermittent du spectacle". Quello che metto in pratica è cercare di unire il più possibile le varie scuole e compagnie per una più costruttiva comunicazione, per capire le criticità che affiggono il settore per lo meno nella mia regione. Parlare con le istituzioni per far comprendere appieno il nostro ruolo nella società, perchè mi rendo conto che quando si parla di scuole e spettacolo l'ignoranza dilaga. Insistere perchè chi si occupa di spettacolo nei comuni non sia solo un impiegato burocratico, ma che abbia chiare le necessità ma anche l'utilità del nostro settore.
Non ho inteso la domanda... se ci si riferisce a delle strategie per rispondere alle criticità di cui sopra, personalmente abbiamo lavorato affinché sul territorio valdostano (mio territorio d'origine) il teatro della Cittadella, attrezzato e adatto ai linguaggi contemporanei, diventasse un teatro attivo, con un festival ed una stagione che vedano sullo stesso piano teatro, musica, circa, danza ed arti performative in genere, senza alcuna gerarchia, ed in forme accomunate da una forte attenzione alla scrittura scenica. Se invece ci si riferisce a "strategie di collaborazione" nel senso di partenariati e networking, al momento lavoriamo: a livello europeo con Circus Next, di cui siamo diventati membri italiani. sul territorio con differenti aree legate al sociale, e collaboriamo con il più possibile di realtà ed emanazioni del territorio, dal mondo dell'associazionismo, al mondo del volontariato, dalle scuole di danza e di circo ai licei.
Abitando lontano mi sento vicino a voi ed empaticamente connesso a quello che fate in italia ,ma non posso dire che partecipo a quello che fate per migliorare ed integrare il circo contemporaneo nella cultura Italiana. Sono un vostro spettatore nonché un vostro fan, ma abitando all'estero sono lontano. Potrei dire che , vista l’esperienza ormai decennale che ho in Francia, potrei intervenire come « aiuto artistico » nelle creazioni dei progetti. Potrei dare dei consigli organizzativi sulla gestione delle compagnie comparandomi al modello francese. Potrei dare stage di clown ( un clown più contemporaneo, se cosi vogliamo chiamarlo, legato al circo contemporaneo) (Non sono proprio sicuro di aver risposto bene alla vostra domanda... )
Penso di aver risposto in parte alla domanda qui sopra ma sì la mia strategia é inanzitutto incitare alla discussione, cosa che gia nella nostra classe facevamo e stiamo facendo. Diffondere come possibile progetti che apprezzo miei o di altri usando i mezzi che possiedo, piú collettivitá meno individualismo. Incitare le persone a fare qualsiasi tipo di arte, soprattutto in questa "pandemia" ho visto molte persone reinventarsi e ricominciare a fare cose che prima non avevano tempo o voglia di fare, perché inghiottiti dalla routine e dal lavoro. Continuo ad alimentare questa fame di "espressione" che ognuno ha ,facendo vedere cose mie che ho creato in questa quarantena, e dando spunti di pensiero alternativo, in questo periodo in cui la gente é "ferma" é piu propensa a cogliere ed ascoltare.
La creazione di processi di confronto trasversali che, a partire da un maggiore livello di consapevolezza e partecipazione attiva della comunità circense largamente intesa, possa individuare azioni che rispondano ai bisogni reali della comunità stessa, nell'ottica di individuare comuni denominatori che rendano le azioni messe in atto rappresentative del comparto e , pertanto, maggiormente incisive. Ciò si lega al superamento di qualsiasi logica particolarista e punta a una maggiore aggregazione delle diverse specificità attorno ad un nucleo concettuale più esteso, capace di comprendere al suo interno e dare forza a ciascuna componente mettendole in relazione reciproca.
Al momento ciò che mi viene in mente è di organizzare spettacoli, non unicamente di circo, all'interno delle chiese ovviamente con il massimo rispetto verso il luogo di culto, anche se probabilmente questo non risponde esattamente alla domanda, ed è una visione un po' accecata dal momento presente. Per dare una risposta spero più consone, mi vedo sicuramente più adatta, a causa della mancanza di conoscenze concrete di cui sopra, nello svolgere attività di aiuto e sostegno lì dove bisogno che non nella progettazione di strategie. Nel caso in cui sia andata completamente fuori tema con queste risposte, scusate...
Una strategia della parola che è l’unica che mi sento in grado di mettere in atto ora, sperando che una strategia più concreta e formale si stia mettendo in atto altrove (magari già esiste e non lo so, questo è il problema). Essere più attivo nello scambio, nella connessione, nella comunicazione. Cercare più attivamente le piattaforme esistenti, conoscerle, diffonderle. Ritornare nei social per utilizzarli in maniera diversa. Cercare anche di aggirare i social e di trovare direttamente le persone. Ripristinare il mio input di interesse per il panorama circense italiano senza aspettare che sia lui a cercare me.
Non ho chiara questa domanda, nel singolo da oggi non posso fare niente, penso che tutto deve partire da qualcosa di ben organizzato da persone preparate che poi coinvolge tutti gli artisti interessati, in diversi modi, che siano petizioni, incontri, scambi di opinioni, proteste ecc io sarei anche presente probabilmente, ma ora come ora io da solo non saprei cosa fare oltre parlarne e compilare questo questionario, penso che quello che state facendo è il giusto inizio di partenza ma ci vorrà taaaaanto lavoro e tempo per arrivare a risultati veri, ma se si è tanti è più facile
Non capisco in che senso viene intesa qui la parola collaborazione... con chi? con cosa? quello che posso affermare, in senso un po' egoistico, è una decisa volontà di tornare a vivere e lavorare nel mio paese, l'Italia, quando questo me lo permetterà, soprattutto a livello di una sicurezza economica, perché è difficile per me, se non folle al momento, rinunciare a un sistema francese già così avanzato sotto molti aspetti. sono dunque aperta a collaborare su tutti i fronti col sistema circo italiano affinché un qualsiasi miglioramento dello stato attuale avvenga.
Io non sono una circense (Ho fatto circo), e per questo mi sento collegata al mondo del circo e dell'espressione del linguaggio, ma rappresento in primis anche la realtà diversa da essa. Alla fine sono una persona che si è avvicinata alla realtà circense da pochi anni e comprendo sia il lavoro e le difficoltà che si affrontano ma capisco anche da esterna quale sono che tutto questo non si sa, o si è distaccati o disinteressati. Il mio obbiettivo nella vita è di cercare di sensibilizzare le persone e di avvicinarle ad una realtà che gli è estranea, per ora.
Lo spettacolo dal vivo reinventato. Piano piano le restrizione si stanno togliendo, ovunque. Però è chiaro che molti attività di gruppo, particolarmente attività culturale, saranno ancora proibiti per molto tempo, forse finché non c’è il vaccino. Allora approfittiamone. Ognuno sa che limitazione stimolano la creatività, e credo che sia vero anche in questo caso. Cercare cosa si può fare inveci di rimanere bloccato su cosa non si può più fare. Portare lo spettacolo dal vivo di circo contemporaneo in strada, in città, nei parchi, dove si può...
Se ho capito bene la domanda, non saprei risponderci. L'unica strategia di collaborazione che conosco è la rete di fiducia e mutua solidarietà che automaticamente si instaura nel circo. Casa mia o il mio camper saranno sempre aperti a qualcuno di passaggio o che ha bisogno (e questo me l'ha insegnato al circo ma non è riservato solo ai circensi), come non negherò mai un consiglio se conosco qualcosa e qualcuno ha bisogno di saperla, ne ometterò di ridirigere le persone che hanno bisogno verso altri amici qualora io non potessi esserci.
Credo che in linea con quanto ho detto prima penso che la strategia di collaborazione che mi piacerebbe portare avanti alla fine del mio percorso di studi sia quella di contatto e aiuto con altre realtà e all'interno della nostra realtà mi piacerebbe creare dibattito e discussione per la consapevolezza sul cosa facciamo, perchè lo facciamo e come vogliamo farci capire soprattutto trai giovani come me per far si di riuscire a batterci insieme per il futuro che vogliamo per la nostra professione in Italia.
Con la mia compagnie stiamo gia parlando di cercare un modo di smettere di stare su la strada per ore solo per fare una reprezentazione vodriemo cercare spazi viccino nell' festival dove siamo chiamato per stare piu tempo nell' la regione, fattorie, picolini villagi, ritornare a azione locale con meno gente ma con piu logica di consommazione energetica e per veramente andare su degli progetti sociali ! fare uno spettacolo e andare non è più abbastanza per me voglio più esperienza umana e scambio!
Non ho una strategia prevista in quanto ho scelto la Francia come base ma so che potrei collaborare apportando la mia esperienza di formazione, creazione e diffusione avvenuta su scala europea. Potrei aiutare/accompagnare con la mia esperienza compagnie emergenti che vogliano creare uno spettacolo che abbia un desiderio di creazione e di diffusione all'estero. Scuole che necessitino di un apporto artistico all'offerta pedagogica che abbia uno sguardo verso l'internazionalizzazione.
Difendo una strategia assembleare e "panottica" (liberandoci dell'accezione reclusiva del termine, ovviamente). Gli agenti del circo debbono poter dialogare, riunirsi, ascoltarsi, divergere e convergere, conoscersi e capirsi. Ripeto, orizzontalmente. All'interno della parola "strategia" c'è il concetto di campo (strategòs), di spazio aperto, e il verbo agire: una buona strategia concepisce il muoversi collettivo in uno spazio aperto.
Supporto e interazione costruttiva a iniziative per la ripresa del settore e/o alla sua rivoluzione. Creazione di una coscienza sociale fra nuovi e vecchi artisti (più probabile un assottigliamento del gap generazionale). Collaborazione attiva in iniziative di dialogo sul circo contemporaneo sia per evoluzione nazionale che per sensibilizzazione di chi muove i primi passi al suo interno.
Io sono pronto e con le maniche tirate su per qualsiasi progetto di inizio di qualcosa di nuovo, o di riqualificazione di qualcosa di esistente, camper sotto le chiappe e mi sposto dove c’è bisogno! Aiuto a costruire spazi nuovi? Ci sono! Aiuto a organizzare festival? Ci sono! Aiuto a scrivere progetti? Non è il mio forte, ma imparo! Strategia PRATICA!
Avendo vissuto realtà "altre" (opera lirica e lavoro di sensibilizzazione di bimbi e ragazzi all'opera lirica - venti lucenti-) credo possa essere molto utile entrare in dialogo con realtà promotrici affiliate ai grandi teatri dell'opera per creare un canale di sensibilizzazione e conoscenza e divulgazione del settore in questione
La costruzione di reti è indispensabile per il settore, sicuramente ad oggi la situazione nazionale è frammentata, servirebbe un tavolo di rappresentanza che unisca le varie associazioni nate (artisti, circhi, scuole, organizzatori, sociale...), in quanto quelle esistenti non rappresentano l'intera categoria.
Creare una rete di collaborazione con chiunque. Aiutando, condividendo e donare tempo alle persone che fanno parte di questo ambiente. Già è molto così nel circo in generale, ma avere meno pregiudizi e pensare che ogni cosa possa aiutare ad arricchirti oltre che ad arricchire e creare contatti e opportunità.
Credo che come prima cosa dobbiamo ritrovare i punti comuni e i punti non in comune e da li capire che possiamo lavorare insieme essendo in disaccordo, credo che l'unica strategia possibile sia capire che lo spettacolo è più importante e più grande di noi e che noi siamo una parte fondamentale di questo.
Collaborazione tra artisti? In una comunità variegata e anarchica come questa, l'unica è parlare, proporre un obiettivo comune. Collaborazione con enti altri e "alti"? Al posto di servile e comodo mecenatismo creare una proposta artistica che per forza idee e contenuto non possa lasciare indifferenti
Quella di scambio, il più possibile, di informazioni e capacità. Nulla va tenuto per sè perchè siamo tutti colleghi, non antagonisti. Mettere a disposizione della collettività le nostre conoscenze e capacità credo possa essere uno strumento molto forte per creare una rete ricca e in continuo sviluppo.
Creare un senso di appartenenza e comunità, cosa che a mio parere fabbrica c ha iniziato a fare, porta a sentirsi parte attiva di una comunità, il che comporta che i membri di questa comunità siano più attivi a fare, proporre, mettersi in discussione per il bene comune del nostro settore
Incontrarsi periodicamente per parlare di vari temi. In genere tutto già esiste, è piuttosto l'applicazione che rivedrei. Nella fattispecie credo bisogna essere più coesi e cazzuti verso chi è in alto e dispensa, per farsi davvero 'riconoscere' e permettere fi 'farci conoscere'
Al momento l'unica che mi viene in mente e che mi sento in grado di fare è seguire le iniziative vostre e del gruppo "No StreamCircus" sui social e partecipare virtualmente nella maniera più attiva possibile. Non so se ho capito bene la domanda ma comunque avete una risposta.
Rendermi disponibile per la creazione di una rete di scambio e collaborazione con le realtà nazionali e internazionali, mettendo a disposizione le mie risorse umane e la mia esperienza maturata nel settore per la creazione di nuove possibilità e nuove realtà sul mio territorio
Per il circo contemporaneo sento di non avere così tanto potenziale da poter permettermi di collaborare, ma la mia strategia per ora è il tenermi informata, continuando a "studiare", aggiornandomi anche per capire come poter migliorare questa collaborazione (al momento minima)
C'è bisogno di lobbing, mettere sul piatto le esigenze di tutti: economiche, sociali, artistiche, professionali, ecc.. e partire da quelle per capire se ci sono aspetti in cui la politica o altri settori italiani possono aiutare la comunità italiana del circo contemporaneo.
Difendere la coerenza. Non sono laureata e specializzata né in economia né in medicina, né in psicologia né in sociologia, ma la coerenza dovrebbe stare alla base di qualunque cosa. E dai, non puoi aprire le messe e non i teatri. Si chiama abuso di potere ed è terribile.
Tenere accese le relazioni con colleghi, professionisti, esperti del settore. Tavoli di confronto e proposte di collaborazione per approfondire come abbiamo vissuto quest'ultimo periodo al fine di valutare progetti comuni di sensibilizzazione per il settore.
Condividendo la mia esperienza, per quanto piccola, ma anche diffondere, far parlare del circo, renderlo "popolare". Entrare a far parte o creare una rete di scambio, una comunità riconosciuta per diventare più forti e riuscire a far sentire la nostra voce.
Forse dovremmo elaborare insieme le strategie di collaborazione, non mi sento in grado di difenderne nessuna anche perchè conosco poco le figure chiave del settore. Confrontiamoci. Forse sarebbe più facile con una persona capace di facilitare un processo?
con l mia compagnia stiamo facendo un cambio di strategia di diffusione per smettere de fare migliaia di chilometri per fare una sola data, quindi iniziamo da cercare posti che ci ospitano per fare performance per un pubblico meno abituato agli teatri.
Considerare la scena italiana come un terreno di possibilità da esplorare e non un terreno scartabile per la mancanza di soldi e mezzi. Prendere coscienza del nostro ruolo e di ciò che è stato detto, non scappare di fronte alle difficoltà.
Condivisione d'eventi o artisti in Italia, collaborare con eventi Italiani in prima persona, più diffusione reciproca e sostegno fra gli artisti, mettere uno spot social network e non sul circo Italiani con conferenze, interviste ect ect
Fare spettacolo o comunicazione, nelle diverse forme possibili, ... sul bordo della legge (quando questa stringe troppo), consapevoli che potranno esserci aspetti ridicoli, inutili, gravi, ma anche interessanti, virtuosi, impattanti
Restare ed ascoltare, attenzione a dove ci sta portando questa corrente, scambiare opinioni continuando a fare rete e soprattutto non smettere di seguire il mio motore artistico (si crea anche durante una pausa, l'ozio è prezioso)
Innanzitutto continuare il percorso creativo contattando i centri creativi-fulcro in Italia. Creare nuove collaborazioni con questi centri. Mettere a disposizione le mie competenze umanistiche per eventuali ruoli organizzativi.
Non saprei come rispondere, sicuramente mi sento in dovere di difendere le mie scelte, di difendere il mio percorso; ma non ho una idea "strategia"che mi permetta di prendere una posizione. (#domandedifficililivellomaster)
Non credo di essere in grado di rispondere davvero a questa domanda, ma sicuramente il supporto delle varie parti, la partecipazione e la proposta di scambio anche solo di idee credo sarebbe fortemente costruttivo.
Partecipare al dibattito, restare aperto alle iniziative del settore, restare aggiornato sulla situazione, ringraziare chi si da da fare senza focalizzarmi solo sugli aspetti di cui magari sono in disaccordo.
- Mutualizazzioone dei mezzi, tendoni che ospitano vari spettacoli di distinte compagnie. Sviluppare un Circo locale, mettersi in rete (come Cordata FOR ?!) - Diffusione in rete ( come CORDATA FOR ! )
Quella che torna a radicarsi nell'espressione e condivisione. Non ho interesse a essere artista in un ambito in cui divento pedina e la mia arte deve rispettare canoni decisi da critici e istituzioni
Non mi stancherò di ripetere che l'unione fa la forza. E ringrazio Fabbrica C per questa iniziativa, perché credo che sia stata e sarà l'occasione per serrare le fila e le idee.
Questi mesi di lock down li ho passati, in gran parte, a creare rete e a immaginare di uscire da questo diffiile momento non da sola. La mia strategia per ora è stata questa.
Non smettere di creare. Non smettere di fare spettacolo dal vivo. Non smettere di essere attento e partecipe e catalizzatore di iniziative dal settore e per il settore.
Confrontarmi con altri artisti della mia realtà cittadina per redigere insieme una lettera da inviare all'assessore alla cultura per la ripartenza con gli spettacoli
Conosco personalmente il sistema francese e belga sia da un punto di vista amministrativo che artistico e posso partecipare attivamente a migliorare quello italiano
Portare avanti lo spirito artistico. Non lasciarsi morire o abbattere dalla situazione. Affermare che il circo contemporaneo esiste e porta bellezza e meraviglia.
Inizierei sicuramente nel condividere le esperienze vissute qui in Spagna e in Catalogna, e immaginare insieme a tutte le altre forme di collaborazioni possibili.
Collaborazione con le famiglie, le istituzioni e la rete associativa del territorio, per trovare insieme risposte condivise. Collaborazione con le reti circensi
Stare in rete con chi si occupa direttamente di questo in linguaggio, e cercare per quanto possibile di restare in ascolto rispetto alle difficoltà del settore
Bella domanda, non me ne viene in mente nessuna di concreta, ma sono aperta ad ascoltare le proposte degli altri e a sostenerle e metterle in pratica insieme.
Tenere contatti più diretti tra realtà di circo e compagnie per potersi supportare e fare sentire dallo stato italiano in quanto professionisti del settore
Credere nel circo contemporaneo italiano e cercare di portare la mia esperienza lì in un prossimo futuro per poterlo nutrire e dare il mio contributo.
Non accettare lo spettacolo in streaming, adattare lo/gli spettacolo/i in base alle necessità e richieste degli organizzatori di eventi e festival.
Disponibilità assoluta alla collaborazione con le altre compagnie, anche per verificare la possibilità di ospitarle nei festival che organizziamo.
Sinceramente non lo so, dipenderebbe del progetto. Potrei usare internet per comunicare meglio fra di noi. Spostarmi in altre città per parlarne.
Non capisco la domanda, collaboro già con diverse realtà per diversi obbiettivi, dipende di che strategia si parla e con chi si collabora
Il mio know how artistico nel mondo circo contemporaneo in strada. Confrontarsi con il mondo del lavoro fuori dal teatro e dal tendone.
Vivendo in Francia la mia presenza potrà essere per la maggior parte del tempo solo telematica. Ma sono ovviamente aperta a proposte.
Appoggio alla creazione come struttura fisica di luogo idoneo a fare circo, accoglienza compagnie, supporto alla regia e drammaturgia
Coscienza critica. Poi provo nel mio piccolo a realizzare idee che funzionino e che magari siano da spunto per altri. Può servire?
Mantenere i contatti e fare da tramite tra le diverse realtà di cui faccio parte. Volontariato con benefits (vitto e/o alloggio).
Il confronto è lo scambio di opinioni ed esperienze maturate negli anni con altre realtà, anche di distinte regioni geografiche.
L'unione e la collaborazione tra tutti i lavoratori del circo per dimostrare che esistiamo e che si tratta di un vero lavoro.
Io non sono molto stratega ma se devo pensarne una sarebbe seguire mostrando quest'arte adattandomi alla situazione attuale
Rispondere ai questionari, partecipare nel limite del possibile ad azioni ed attività a sostegno dello spettacolo dal vivo
Creare un dialogo con festival e organizzatori di eventi per riportare il circo in scena il più presto possibile
Sarei disponibile a dare il mio contributo ad un tavolo di lavoro specifico rispetto ai temi che ho indicato
Ad oggi sono pronta per qualsiasi collaborazione, sulle strategie precise ho un po' le idee confuse.
A far parte di intervenzione artistiche che servano a metterci di nuevo in contatto col pubblico.
In prima persona putroppo nessuna, ma sarebbe bello avere l'appoggio di PdV e/o di altri circuiti
Consulenza/collaborazione rispetto alla stesura di progetti di ricerca, creazione e formazione
Sinergia tra operatori, dialogo sincero con artisti, rapporti forti con pubblico e territorio
Mettere a disposizione l'esperienza per organizzare eventi di incontro formali e informali
Non ho una strategia da difendere in questo momento mi sento perso e senza collaborazioni
Coreografa e danzatrice per neove idde di spettacolondabfruire in modo diverso
Parlare dell'attualità è una forma per arriavre più rapidamente alle persone
Rafforzare e sostenere la rete di persone del circo contemporaneo italiano
Fare spettacolo per mostrare il valore e la qualità di quello che facciamo
La condivisione di diversi punti di vista senza farne prevalere uno solo
Progettazione, ricerca di nuove strategie, comunicazione, divulgazione
Partecipazione a tavoli di lavoro e confronto sui temi sopra indicati.
Organizzazione di pratiche musicali collettive in contesti circensi
Dialogo, confronto e scambio di opinioni, a partire dal mio piccolo
Individuare punti di partenza e stesura di un programma di ripresa
Il lavoro in rete, la collaborazione per far crescere il settore
Tutto quello che occorre per creare una vera rete collaborativa.
Dare vita e respiro alla forma d'arte che mi è data in prestito
La strategia di rete creatasi grazie al progetto quinta parete
Divulgazione - pubblicità di spettacoli o eventi a tema circo
Non ho ancora adottato nessuna strategia di collaborazione..
Nessuna, sono troppo inesperto per questo genere di materie.
Fare rete con altri artisti italo/francesi (vivo a Toulouse)
Creare una rete con artisti di circo dove vivo (Barcellona).
Qualsiasi collaborazione purché consona alle mie competenze.
Difendere il mio essere artista, continuare a fare circo.
Dialoghi e discussioni aperti su argomenti da discutere
L’ ascolto onesto e leale nella ricerca di punti comuni
Confronto sulla didattica e sulla creazione artistica
Vorrei provare con le discoteche. Lì c'è la massa.
Educazione. Prima di tutto. Studio ed educazione.
Difendo tutto se è mosso da spinta collettiva...
Sarei aperta a ogni proposta di collaborazione!
Non ho ben capito il senso di questa domanda
Da spettatore, diffusione dell'informazione.
Non saprei ma accetto volentieri proposte.
Ospitare spettacoli, concedere uso spazi
Supporto tecnico e consulenza rigging
Oggi non saprei, è tutto così fumoso
Essere presente e dare il massimo
Scambio / sostegno / diffusione
CHIAREZZA NELLA CONTRATTAZIONE
Risoluzione di problemi tecnici
Vedi sopra. Buon lavoro
Incontri di creazione
Risposta precedente
Oggi, la vostra!
Ci devo pensare
Vivere di circo
Nessuna, sorry
Non ne ho idea
Autogestione
Resistendo
Fare rete
Nessuna