Nota di motivazione
Every space is already in place before the appearance in it of actors; these actors are collective as well as individual subjects inasmuch as the individual subjects are always members of groups or classes seeking to appropriate the space in question…
[Ogni spazio è già in atto prima della comparsa in esso di attori; questi attori sono collettivi, così come soggetti individuali, in quanto i singoli soggetti sono sempre membri di gruppi o classi che cercano di appropriarsi dello spazio in questione…](Lefebvre 1974/1991:57)
Questo lavoro nasce dal desiderio di trovare un circo fatto da individui diversi fra loro e autonomi, ma con un infinito rispetto e ammirazione per l’altro. La scelta dei membri di questo collettivo si basa su un principio molto semplice: la fiducia, fiducia a livello artistico, professionale e umano.
Ci troveremo insieme per ricercare un linguaggio e una linea drammaturgica collettiva.
La creazione inizierà con un lungo periodo di residenza in una casa isolata, fra due montagne e un fiume, dove ci lasceremo coinvolgere dal tempo presente per volare su visioni artistiche e discutere come potremo completarci come gruppo e artisti.
Ci porteremo come guida al processo il libro “A choreographer’s handbook” di Jonathan Burrows.
E partiremo da una domanda molto chiara: Come si fa circo in 1 minuto?
Il libro non è un romanzo, non è un contenuto di regole o saperi; ma è un insieme di sfumature che aiutano l’artista a definire i diversi aspetti e processi di creazione artistica.
There are not many ideas. It might take a while to find one, but it’s worth the wait.
Sometimes you only realise it’s an idea after you’ve found it.
[Non ci sono molte idee. Si potrebbe prendere un po’ di tempo per trovarne una, ma vale la pena aspettare.
A volte ci si rende conto di avere un'idea solo dopo averla trovata.]
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We usually don’t know what we’re doing.
I could have chosen many other possible ways to reassure me, for the moment, that’s all right to begin.
It’s hard to begin.
[Noi di solito non sappiamo quello che stiamo facendo.
Avrei potuto scegliere molti altri modi possibili per rassicurarmi, per il momento, va bene per iniziare.
E' difficile iniziare.]
Creazione di: Fabbrica C
Interpretazione: Riccardo Massidda, Teresa Noronha Feio, Giulia Racca, Francesco Sgrò, Davide Visintini, Maristella Tesio
Comparsa: Mattia Mele
Creazione video: Ludmilka
Tecnica: Luca Carbone
Collaborazione alla scrittura: Luca Forte
Musiche originali: Pino Basile
Composizione musicale: Fabbrica C
Produzione: Fabbrica C
Co-Produzione: Dinamica associazione - Festival Dinamico, Teatro In-Folio, Teatro Asioli di Correggio - Corpi & Visioni
Sostegni: Assessorato alla cultura di Savigliano, Flic Scuola di Circo, Assessorato alla Cultura di Alghero - Festival Mamatita
Sponsor: Associazione Fuma che’nduma
Nel luglio 2016 inizia la prima fase di ricerca, con il sostegno dell’assessorato alla cultura del comune di Savigliano il collettivo parte a definire le le linee guida del lavoro. Il primo passo si definisce nella costruzione di un atto scenico che risponda ad una domanda chiara e precisa: Può la mancanza di una drammaturgia esplicita portare il pubblico alla ricerca di una drammaturgia più profonda e meno formale? Può una serie di frammenti nel suo complesso donare la chiarezza dell’intero? Animati da questa domanda gli elementi del collettivo hanno lavorato sull’elaborazione di venti pièce della durata di 1 minuto, ciascuna di esse conclusa alla fine del minuto, con l’intenzione che nessuna pièce avesse una continuazione in un’altra. Ogni pièce è stata costruita sulla base di alcuni elementi chiave: il circo, l’essere umano, il movimento fisico, la necessità di comunicazione e la percezione del tempo. L’intento del collettivo è stato quello di evocare una drammaturgia che fosse frutto dell’unione delle venti pièce e non della prevalenza di una rispetto alle altre, una drammaturgia emotiva che lasciasse il pubblico libero di intendere l’atto scenico secondo la propria esperienza personale. Dopo un periodo di creazione di un mese circa, è nata la prima versione della forma breve, che è stata presentata al Dinamico Festival di circo contemporaneo di Reggio Emilia. Pochi mesi più tardi il collettivo è stato invitato a presentare questa forma nella rassegna Concentrica-Teatro fuori mercato a Torino. Il collettivo continuerà a presentare e a modificare la forma breve, che attualmente può essere definita come semplice esercizio di stile e di ritmo, interrogandosi sui possibili sviluppi ed evoluzioni in vista della creazione dello spettacolo finale, forti del confronto con pubblico e addetti ai lavori.
La creazione della forma breve ha fatto emergere nel collettivo la volontà e il desiderio di spingersi oltre i 20 minuti e continuare il viaggio intrapreso. Al contrario della forma breve che era decisamente e consapevolmente un esercizio di stile, la creazione che sta per iniziare si propone di sviluppare in profondità un soggetto e di condurlo verso una vita propria, con regole definite, rimanendo fedeli alle intenzioni di partenza ma non escludendo di sorprenderci con nuovi percorsi che incontreremo lungo il cammino. La regia dello spettacolo sarà diretta dal collettivo Fabbrica C ma aiutata e a tratti guidata dalla presenza di collaboratori ed occhi esterni.
In generale quello che ci interessa è creare un evento in cui lo spettatore sia testimone di un avvenimento che accade sulla scena e toglierci dall’equazione ovvia e scontata di semplice intrattenimento in cui lo spettatore si siede sulla poltrona pensando di dover essere intrattenuto per un’ora per il semplice motivo di aver pagato un biglietto.
Crediamo come artisti della scena che la nostra arte possa andare oltre questo, che il circo nel 2017 debba andare oltre questo.
Il macro obbiettivo del progetto è la creazione di una forma lunga di 60-70 minuti per la sala e lo chapiteau, ma che possa essere riadattabile in situazioni e contesti differenti.
Per raggiungere questo obbiettivo avremo bisogno di non meno di 130 giorni di residenza in cui sviluppare la ricerca e la creazione dei materiali.
Le residenze serviranno a trovare un’idea fisica ed una linea drammaturgica comune nei confronti del tema, il Tempo.
Abbiamo bisogno di scendere in profondità, di reinventare la nostra tecnica, di creare nuovi materiali e di amalgamare le nostre esperienze per riuscire a trovare una visione artistica globale sul tema in oggetto.
È quindi indispensabile dedicare tempo ed energie a questa ricerca fisica ed intellettuale che ci proponiamo di intraprendere, continuando a presentare e trasformare la forma breve nel contempo che le idee si sviluppino e maturino.
Attualmente il materiale inserito nella forma breve, è un insieme di scene che scorrono freneticamente da una all’altra, tutte della durata di un minuto ciascuna.
Questo esercizio di stile ci è servito per capire quali sono gli elementi che vorremo sviluppare nella creazione dello spettacolo finale.
Il Tempo E Il Circo
In primis il nostro interesse di ricerca si è mosso verso l’infinito universo creativo racchiuso nel rapporto tra le arti sceniche e il tempo e più in particolare nel rapporto tra il circo ed il tempo.
La dilatazione o il restringimento del tempo all’interno dei movimenti circensi può generare grandi cambiamenti estetici e di significato, azioni studiate nei minimi dettagli, precise al millimetro risentono in maniera amplificata della minima variazione di tempo. Il circo usa il tempo come suo complice, l’attesa del momento giusto è una componente essenziale, ma se noi togliamo quel tempo che cosa rimane? L’errore forse, ed allora ecco che l’errore stesso diventa complice della scrittura dello spettacolo, diventa elemento drammaturgico e di gioco all’interno della struttura e non elemento di fallimento, ecco quindi che il circo può ricostruirsi anche mediante i propri errori.
La Qualità E La Quantità
Questo genera a sua volta altre riflessioni basilari per lo svolgimento della creazione, per esempio l’assunto che la velocità dello scorrere del tempo non ha niente a che vedere con la sua durata. La durata del tempo è un fattore quantitativo mentre la velocità del suo scorrere ha a che vedere con un fattore qualitativo che è intrinseco nella natura dell’essere umano. Quindi il tempo risiede in una natura esperienziale e non oggettiva, e questo porta la creazione di questo spettacolo ancora una volta sulla linea drammaturgica dell’esperienza dello spettatore, portandoci sempre più al punto di non voler dimostrare qualcosa ma di far provare qualcosa, non alla definizione di una frase ma alla formulazione di una domanda.
Gli Oggetti
Gli oggetti sono una parte fondamentale della creazione, innanzitutto perché gli oggetti hanno un tempo preciso, un orologio ha un tempo, un bollitore ha un tempo, la lavatrice ha un tempo, gli esseri umani, invece, non hanno un tempo oggettivo e questa dualità ci costringe a cercare dei paragoni.
Il circo poi, da sempre, si serve degli oggetti e delle forme per ampliare le possibilità del corpo, oggetti che sembrano immutabili ma che invece risentono come gli esseri umani del passare del tempo, oggetti che invecchiano e vengono abbandonati come esseri umani che non servono più.
Il Piano Sequenza
Lavorando sulla forma breve è stato evidente fin da subito che la scena per noi non fosse un luogo in cui le situazioni ordinatamente passavano dando una struttura allo spettacolo, al contrario la scena è studiata per essere un ambiente vivo in cui gli artisti lavorano contemporaneamente in vari ambiti, è l’occhio dello spettatore che si muove al suo interno cercando di dare un ordine e quindi un senso a quello che sta vedendo. Le luci nella loro semplicità, guidano lo sguardo ma non obbligano, quindi all’interno della stessa scena abbiamo artisti che fisicamente lavorano allo svolgimento, artisti che compongono l’ambiente sonoro ed artisti che stanno preparando la scena successiva, in questo caos controllato lo spettatore come una macchina da presa si muove all’interno e mette ordine alle varie situazioni che si ritrova davanti.
“Il tempo non possiede soltanto una quantità, ma anche una qualità. Oggi però quasi nessuno riesce a farsi un’idea seppur vaga della qualità del tempo.
La qualità del tempo non ha niente a che vedere con la sua durata, ma afferma che ogni punto del tempo, o sezione del tempo, possiede una determinata qualità, che consente che emergono solo quei fatti che sono adeguati a questa qualità...”
Thorwald Dethlefsen, Il destino come scelta.
Il progetto già nella forma breve, ma ancora maggiormente nella sua forma estesa si avvarrà della presenza di dispositivi multimediali che faranno da cornice allo spettacolo stesso. Abbiamo intenzione di utilizzare questi supporti per far entrare lo spettatore maggiormente nel nostro mondo, avere una scansione temporale visibile per il pubblico ci permette di giocare con loro ad armi pari, ed in più ci permette di trasformare il tempo, di restringerlo e dilatarlo, di farlo sparire ed apparire di renderlo caotico e non lineare.
Per questo abbiamo pensato di inserire supporti quali video, videoproiezioni, smartphone, tablet ma anche in un sistema di conteggio più classico orologi a pendolo, clessidre e altri elementi che ci possono servire per ampliare le possibilità di “sentire” il tempo da parte degli spettatori.
Nel tentativo di ottenere il miglior risultato possibile ci avvarremo dell’aiuto di scenografi ed artisti multimediali.